Patrick Zaki: anticipata l’udienza prevista a gennaio, per i nuovi termini di carcerazione

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Potrebbe esserci una svolta, nel caso della detenzione di Patrick George Zaki, prelevato all’aeroporto de Il caro lo scorso febbraio e da allora in carcere in attesa di un processo per l’accusa di propaganda sovversiva.

Domani (e non come previsto a inizio gennaio), davanti al Tribunale penale, si terrà un’udienza per rinnovare o meno, la detenzione di Patrick,  il ricercatore dell’Iniziativa egiziana Patrick, che è detenuto da 10 mesi, dopo aver trascorso sei mesi in Italia grazie ad una borsa di studio vinta all’Università di Bologna.

A segnalarlo è un tweet di Eipr (Iniziativa egiziana per i diritti personali), l’ong egiziana per la quale il 29enne era ricercatore in studi di genere, esprimendo la speranza che Patrick venga scarcerato come avvenuto per i tre dirigenti della stessa ong, rimessi in libertà ieri.

“L’ex deputato Mohamed Anwar Sadat – fanno sapere da Eipr – ha informato l’EIPR che i nostri colleghi Jasser Abdel Razek, Karim Enara e Mohamed Bashir saranno rilasciati stasera. Un certo numero di siti web egiziani ha anche pubblicato notizie identiche, secondo le stesse informazioni. Il team di difesa dell’iniziativa sta ancora cercando di ottenere dettagli sulla data e sulle procedure per il rilascio”.

Patrick George è stato prelevato dall’aeroporto de Il Cairo il 7 febbraio 2020. Era rientrato in patria per una breve vacanza con la famiglia e gli amici, dopo circa 6 mesi trascorsi in Italia per motivi di studio. Patrick era infatti era nel nostro Paese, per conseguire un master presso l’Università di Bologna. Dall’aeroporto, è stato trasferito in una delle sedi del settore della sicurezza nazionale a Il Cairo, poi bendato, a Mansoura. Lì gli è stato chiesto della natura del suo lavoro e delle sue attività ed è stato sottoposto a minacce e torture con percosse e scariche elettriche, prima di apparire il giorno successivo davanti al procuratore di Mansoura. È stato tenuto in custodia cautelare dall’8 febbraio, sulla base di un falso rapporto di arresto e da allora Patrick ha trascorso finora più di nove mesi in custodia cautelare, nella prigione di Tora, in attesa di indagini.

Per la liberazione di Patrick si è spesa anche uno dei volti più noti di Hollywood, quello di Scarlett Johansson. In un video di quasi tre minuti postato su Youtube, l’attrice americana ha esordito dicendo che “far sentire la propria voce in Egitto oggi è pericoloso”, citando il caso di “quattro esseri umani arrestati erroneamente per il loro lavoro compiuto lottando per la dignità degli altri: Gasser, Karim, Mohamed e Zaki dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali”, l’Eipr appunto.

Il riferimento è al direttore esecutivo Gasser Abdel Razek, a quello per la Giustizia penale Karim Ennarah e al responsabile amministrativo Mohamed Basheer arrestati tra il 15 e il 19 novembre scorsi per presunta militanza in favore della Fratellanza musulmana messa al bando in Egitto come terrorista.

“Mi unisco alla gente in Egitto e a molti altri nel mondo e chiedo l’immediato rilascio di Gasser, Karim, Mohamed e Zaki”, ha scandito l’attrice che, si è commossa nel fare gli auguri di “buon compleanno a Karim”, che “passerà in prigione” la ricorrenza dei suoi 37 anni: “Non sei solo”. Il caso dei dirigenti Eipr, una delle maggiori ong egiziane per la difesa dei diritti civili, ha destato dichiarata preoccupazione anche all’Onu e ha innescato richieste di scarcerazione da parte di diverse capitali, Roma, Parigi e Londra incluse.

La Farnesina e l’ambasciata d’Italia al Cairo guidata da Giampaolo Cantini, ha compiuto molti passi ufficiali in Egitto, per sensibilizzare le autorità locali sul caso. Inoltre il 23 novembre un diplomatico italiano ha espresso solidarietà ai familiari e colleghi dei dirigenti arrestati nei pressi della Procura, dove si svolgeva un interrogatorio.

Ieri Patrick ha ricevuto la visita del suo legale Hoda Nasrallah che, ha potuto vederlo per la prima volta. Tramite le il giovane ha chiesto una pomata e una cintura di sostegno contro il mal di schiena, visto che dorme per terra.

Amnesty International Italia si unisce all’appello di Eipr. “Ci associamo all’auspicio espresso dalla Ong con cui Patrick ha collaborato: che finisca in questa udienza il calvario che sta attraversando da dieci mesi ormai. Speriamo davvero che alla scarcerazione dei tre dirigenti di Eipr segua presto anche quella di Patrick”. Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, commentando l’annuncio della nuova udienza.