Proteste per il clima: studenti in piazza in 160 città

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Si conclude la settimana di proteste per il clima. L’ultimo round di proteste è programmato oggi per coinvolgere Asia e Europa e culminare in una manifestazione a Montreal, in Canada, dove è prevista la partecipazione della giovane attivista Greta Thunberg.

In Italia. Centinaia di studenti in più di 150 città insieme ad altri ragazzi di 210 Paesi, partecipano alla giornata “Fridays for future”, la manifestazione a favore del clima. “Abbiamo l’acqua alla gola e non possiamo aspettare. Ci rendiamo conto – spiega una rete studentesca siciliana – che il cambiamento climatico è una realtà e sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia”.

“Serve un cambio di rotta immediato che finanzi istruzione e ricerca per un altro modello di sviluppo sostenibile, per questo in più di 150 piazze del Paese siamo in corteo con Fridays for Future Italia per il terzo global strike al grido Change the School to Change the System”, esordisce Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti. Per Camilla Guarino di Link Coordinamento Universitario “la conoscenza è fondamentale per cambiare il nostro modello economico e sociale insostenibile. Le università, attraverso la ricerca e il sapere scientifico, devono avere un ruolo centrale nell’indicare alla politica quali strade percorrere”.

“L’Assemblea delle Nazioni Unite è stata un fallimento – sottolinea invece Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza – i potenti del pianeta non hanno intenzione di cambiare rotta per salvare il nostro futuro. Noi giovani continueremo a ribellarci contro questa classe politica, seguendo l’esempio di Greta e chiedendo che la giustizia climatica sia finanziata da chi si è arricchito con il modello economico insostenibile. Le multinazionali e i ricchi del pianeta devono contribuire alla riconversione ecologica più di tutti. Eppure il governo italiano si limita alla retorica, mentre secondo le bozze di decreto Clima intende dare sussidi ambientali dannosi fino al 2040, una scelta inaccettabile”.

L’allarme dell’Onu. Gli oceani sono sempre più caldi e i ghiacciai si sciolgono. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire e le conseguenze sono drammatiche: gli eventi estremi colpiranno almeno una volta l’anno entro il 2050, ondate di calore sempre più forti e frequenti, piogge e cicloni devastanti. Senza contare che l’innalzamento del livello del mare potrebbe portare a una migrazione su larga scala, con milioni di persone sfollate. A lanciare l’allarme è il nuovo rapporto dell’Ipcc, il comitato scientifico sul clima dell’Onu, dedicato a oceani e ghiacci.

E le conseguenze del riscaldamento climatico si vedono anche nel nostro paese, dove è stato diramato un allarme per il ghiacciaio del Monte Bianco, che rischia di collassare. La comunità scientifica dunque invita i leader del mondo a reagire alla crisi climatica: i governi devono adottare misure “urgenti e ambiziose” per ridurre le emissioni. Allo stato attuale, si calcola che stiamo scaricando negli oceani un milione di tonnellate di Co2 ogni ora.