Si avvicina la data del Conclave. Il successore di Bergoglio in Vaticano, dovrà fare i conti con un bilancio in ‘rosso’

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Si avvicina la data del Conclave fissata al 7 maggio e da cui uscirà il nome del successore di Papa Francesco. Il numero degli elettori che entreranno nella Cappella Sistina è sceso da 135 a 133, visto che due cardinali non ci saranno per motivi di salute. Oggi 1° maggio in cui cade la ricorrenza di San Giuseppe lavoratore, è giorno di pausa anche in Vaticano. Non è prevista alcuna congregazione generale: ieri si è tenuta la settima, e le sessioni riprenderanno domani e sabato, mentre una nuova pausa è prevista per domenica 4. Oggi invece la sesta messa dei “novendiali” in suffragio di papa Francesco, presieduta nella Basilica di San Pietro dal cardinale Kevin Joseph Farrell, il porporato che presidia all’attuale “sede vacante”.

Le misure di sicurezza. Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha fatto il punto sulle misure di sicurezza legate al Conclave: “Dobbiamo essere pronti fin dal primo giorno a gestire l’evento clou più importante. Non sapendo quando avverrà l’elezione e quando potrà esserci l’intronizzazione, abbiamo fatto tante ipotesi, anche considerando che tra due domeniche potrebbe esserci l’Angelus con un nuovo Papa e questo richiederà una serie di servizi particolari”. Il modello che verrà seguito è quello già messo in campo “per le esequie del Papa” che si sono tenute sabato scorso.

Il caso Juan Luis Cipriani Thorn. L’arcivescovo emerito di Lima, è stato accusato di pedofilia e per questo Papa Francesco, nel 2019, lo sanzionò proibendogli di indossare le insegne cardinalizie, di tornare in Perù senza essere autorizzato, di pronunciare dichiarazioni pubbliche e di partecipare a un conclave qualora avesse avuto ancora l’età per poterlo fare. Un’eventualità questa che non è più attuale perché ormai Thorn ha 81 anni. Tuttavia Cipriani ha spiazzato tutti presentandosi davanti al collegio cardinalizio di Roma, vestito proprio di porpora, scuotendo il clima pre-Conclave.

Ed è giallo sulla data di nascita del cardinale Philippe Ouédraogo. C’è una discrepanza infatti tra la sua data di nascita riportata nell’Annuario Pontificio 2024, ovvero il 25 gennaio 1945 e quella trascritta nell’edizione del 2025 che riporterebbe il 31 dicembre dello stesso anno. Undici mesi che fanno la differenza, considerando che chi ha più di 80 anni perde il diritto di voto in Conclave.

Conti del Vaticano in rosso. Uno dei problemi più gravi che il successore di Jorge Mario Bergoglio dovrà affrontare sarà quello di mettere ordine nei bilanci dello Stato Vaticano, in deficit strutturale per circa 70 milioni l’anno. Francesco nei suoi dodici anni di regno ha operato tante riforme in ambito finanziario. Ha riformato lo Ior, conformandolo alle norme internazionali in materia di antiriciclaggio; ha creato le figure del revisore generale e un ministero ad hoc, la Segreteria per l’Economia; ha sottratto alla Segreteria di Stato i fondi riservati in seguito allo scandalo mondiale dell’investimento nel palazzo di Londra di Sloane Avenue che ha causato perdite per centinaia di milioni di euro e portato alla clamorosa condanna a 5 anni e mezzo in primo grado del cardinale Giovanni Angelo Becciu. Ha inoltre concentrato presso l’Apsa tutti i beni immobili e decretato che la loro gestione passasse interamente allo Ior.

Tutte queste norme hanno permesso al Vaticano l’ingresso nella ‘white list’ dei Paesi virtuosi, sulla base di accordi internazionali che vanno rispettati costantemente. Quello che Francesco non è però riuscito a portare a termine è il risanamento dei conti pubblici della Santa Sede. Da un lato le spese continuano ad aumentare; dall’altro le entrate, in particolare quelle dalle donazioni dei fedeli, diminuiscono costantemente. Attualmente il Vaticano può contare solo sugli incassi dei Musei Vaticani, sui turisti di San Pietro, sui diritti dei libri del Papa e di altre pubblicazioni, e poi su quanto arriva dalle due vere macchine economiche del Vaticano: l’Apsa e lo Ior.