Spagna, Igor il Russo al Tribunale Alcaniz per interrogatorio

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Igor il Russo, il killer di Budrio latitante da otto mesi in Italia è stato catturato venerdì scorso, dopo tre omicidi in Spagna, ed è al tribunale di Alcaniz, nel sud dell’Aragona, per essere interrogato. Igor che in realtà si chiama Norbert Feher e non è russo ma serbo, può scegliere il silenzio oppure raccontare la sua vita da fuggiasco.

I magistrati cercheranno di ricostruire i suoi movimenti durante gli otto mesi di fuga, la rete di complicità, come abbia lasciato l’Italia e attraversato il confine e quale rete di contatti possa aver utilizzato per spostarsi e vivere nella boscaglia e in lande desolate in Spagna.

Quando è stato arrestato, Feher aveva con sè 4 pistole, una delle quali potrebbe essere quella che ha ucciso in Italia. La procura di Bologna ha già chiesto l’acquisizione di tutti i documenti e degli interrogatori, ma la magistratura spagnola sembra intenzionata a processarlo in Spagna per i suoi crimini.

Il serbo sarà interrogato in videoconferenza dal giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela. Al termine della videoconferenza con Lamela, potrà essere ascoltato anche dal giudice di Alcaniz.

In Spagna. Igor il Russo è accusato dell’omicidio giovedì sera di due agenti della Guardia Civil, Victor Romero e Victor Gesù Caballero, e di un allevatore di bestiame, Josè Luis Iranzo, in una sparatoria avvenuta tra i comuni di Albalate e Andorra. Il serbo è sospettato di essere anche l’uomo che, lo scorso 5 dicembre, aprì il fuoco e ferì due altre persone ad Albalate.

In Italia. Il primo delitto di Feher è quello di Davide Fabbri. L’1 aprile Igor entra di sera nel bar-tabaccheria “Il Gallo” di Riccardina di Budrio, in provincia di Bologna. Il malvivente chiede soldi. Il titolare, Davide Fabbri, sembra lo affronti. Riesce quasi a disarmarlo e lo ferisce con la sua stessa arma. Ma il bandito, nella colluttazione, estrae una pistola e spara al barista, che muore sul colpo. Dopo l’episodio, inizia la fuga di Feher.

Una settimana dopo, l’8 aprile, il presunto killer di Budrio ricompare. In lui sembra si imbattano la guardia ecologica volontaria Valerio Verri e l’agente provinciale Marco Ravaglia, nella zona di Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Il primo non ha scampo, il secondo rimane gravemente ferito dai colpi di pistola. Braccato per le strade di campagna, il presunto omicida riesce a far perdere le proprie tracce a Molinella, abbandonando un Fiorino rubato per scappare.