Terrorismo rosso: si sono costituiti Bergamin e Ventura. Libertà vigilata e rientro a casa per tutti i 9 fermati

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Qualcosa si è rotto in Francia, o almeno così è sembrato per un attimo dopo la retata che ha coinvolto 10 ex terroristi rossi. Una cortina sembrava essere stata squarciata. Quella che per 40 anni, grazie o per colpa, del presidente francese François Mitterrand, ha tenuto ben nascosti gli ex terroristi degli ‘anni di piombo’ fuggiti dall’Italia.

I 9 degli ex terroristi bloccati, faranno tranquillamente ritorno nelle proprie abitazioni questa sera. Per ognuno di loro, il giudice ha deciso vari gradi di libertà vigilata, che vanno dall’obbligo di firma all’obbligo di essere presenti in casa in certi orari. Tutto questo in attesa dell’inizio delle udienze  davanti alla Chambre de l’Instruction per la richiesta di estradizione da parte dell’Italia.

Sia Luigi Bergamin che Raffaele Ventura, due dei tre terroristi rossi sfuggiti alla retata di ieri si erano consegnati oggi alle autorità francesi. Dei dieci ex terroristi di sinistra colpiti da mandati di cattura, resta ancora irreperibile Maurizio Di Marzio.

Luigi Bergamin, ex militante dei Proletari armati per il comunismo è chiamato a scontare di 16 anni e 11 mesi di carcere con l’accusa di essere stato l’ideatore dell’omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria, ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti. L’8 aprile per Bergamin sarebbe scattata la prescrizione, ma i termini sono stati interrotti dal magistrato di sorveglianza milanese Gloria Gambitta che, ha dichiarato Bergamin, un “delinquente abituale”.

Il legale Giovanni Ceola, con il quale Bergamin si è presentato al palazzo di Giustizia ci ha tenuto a precisare: “Non è scappato, ma semplicemente ieri mattina non era a casa. Quando ha saputo che era ricercato ha deciso di costituirsi”.

Adriano Sabbadin ha commentato così: “una buona notizia, si è costituito, vuol dire che ha capito, è un’ammissione. Adesso potrà scontare le proprie colpe. Non ho mai avuto dubbi sulla giustizia italiana”. Adriano è il figlio del macellaio Lino Sabbadin, ucciso nel 1979 dai Pac.

Silvio Raffaele Ventura è stato messo in libertà “sotto controllo giudiziario”. Ventura ha 72 anni ed è originario di Varese. Ha fatto parte dell’organizzazione eversiva “Formazioni Comuniste Combattenti”, e dal 31 gennaio 1986 è cittadino francese. Deve espiare la pena di anni 24 e mesi 4 di reclusione per l’omicidio del brigadiere di polizia Antonio Custrà. Nei confronti di Ventura – ricorda la Procura generale di Milano che ha emesso l’ordine di carcerazione – sono stati contestati i reati di banda armata, rapine, detenzione e porto illegale di armi.

I suo legali Jean-Pierre Mignard e Pierre-Emmanuel Biard, smentiscono. Ventura, “di professione regista, non è mai stato membro delle Br ma del movimento di estrema sinistra Autonomia Operaia che non ha mai previsto la lotta armata né attentati contro le persone. Ha sempre negato i fatti che gli vengono imputati. Di conseguenza, rifiuta la sua estradizione”.