Usa, Corte Suprema: l’aborto non è più diritto costituzionale, gli Stati possono vietarlo

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Secondo quanto si legge nella sentenza della Corte Suprema americana “la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”, cosa che di fatto abolisce la Roe vs Wade ossia la storica sentenza pronunciata dalla stessa Corte emessa nel 1973 e che aveva legalizzato l’aborto negli Usa. Ora i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. La decisione non è stata unanime: 6 voti a favore e 3 contrari. Fuori dalla Corte Suprema degli Stati Uniti è scoppiata la protesta, pochi minuti dopo che i massimi giudici hanno abolito il diritto all’aborto dopo 50 anni.

Nella sentenza appoggiata dalla maggioranza conservatrice della Corte viene inoltre ribadito che “l’autorità di regolare l’aborto torna al popolo ed ai rappresentanti eletti”, vale a dire autorizza gli Stati alla possibilità di vietarlo. La decisione è stata presa nel caso “Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization”, in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane. A fare ricorso era stata l’unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l’interruzione di gravidanza.

I giudici della Corte scrivono: “L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno Stato di regolare o proibire l’aborto. La Roe vs Wade è stata sbagliata fin dall’inizio in modo eclatante. Il suo ragionamento è stato eccezionalmente debole, e la decisione ha avuto conseguenze dannose. Ha infiammato il dibattito e allargato le divisioni”.

Su 50 Stati degli Usa, 26 hanno leggi più restrittive in materia di interruzione di gravidanza. Nove hanno dei limiti sull’aborto che precedono la sentenza ‘Roe v. Wade’, e che non sono ancora stati applicati ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti ‘divieti dormienti’ che dovrebbero entrare in vigore nei prossimi 30 giorni. Si tratta di Stati repubblicani che hanno approvato leggi stringenti sull’aborto legandole all’attesa decisione della Corte Suprema. Ora che la sentenza del 1973 è stata capovolta, possono vietare l’aborto in 30 giorni eccetto nei casi in cui la vita della madre sia in pericolo.

“Oggi è un giorno triste per la Corte suprema e il Paese”, ha detto il presidente Usa Joe Biden.  “La Corte suprema Usa ha portato via un diritto costituzionale”. Per l’inquilino della Casa Bianca, ribaltare la sentenza ‘Roe vs Wade’ è “un tragico errore”, frutto di una “ideologia estrema” dominante nella Corte suprema Usa. Biden ha aggiunto che ora “sono a rischio la salute e la vite delle donne nel Paese”. In serata, poi, Biden ha dato mandato al segretario alla Salute di garantire l’accesso delle donne alla pillola abortiva ed altri farmaci per “l’assistenza riproduttiva” approvati dalla Food and Drug Administration. Il presidente americano ha poi aggiunto: “Le donne devono rimanere libere di viaggiare in sicurezza in un altro stato per cercare le cure di cui hanno bisogno. Se una donna vive in uno Stato che vieta l’aborto, la decisione della Corte Suprema non le impedisce di viaggiare in uno stato che lo consente”. Biden ha avvertito che se qualche funzionario statale o locale cercherà di interferire con questo diritto fondamentale troverà l’opposizione della sua amministrazione.

L’ex presidente Usa Barack Obama si è schierato contro la sentenza della Corte Suprema, accusandola di aver “attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani”. La speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, ha definito la decisione “crudele” e “scandalosa”. Per l’alto commissario Onu per i diritti dell’uomo, Michelle Bachelet, l’annullamento del diritto all’interruzione di gravidanza è “un colpo terribile per i diritti umani delle donne e per la parità di genere”.