Altaforte fuori dal Salone del Libro e l’editore Polacchi annuncia vie legali

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Salone Internazionale del Libro infuocato. Ieri sera, accogliendo la richiesta di Comune e Regione, è stata revocata l’ammissione di Altaforte alla kermesse torinese e ha già smantellato lo stand. La casa editrice vicina a Casapound annuncia che farà causa. Il suo editore Francesco Polacchi è indagato per apologia del fascismo ma non demorde: “Sarò al Salone del Libro di Torino per ribadire che la logica di Altaforte non si piega al pensiero unico”.

“Le mie dichiarazioni sono state usate come scusa, sono stato denunciato per un reato di opinione. Sono disponibile a chiarire la mia posizione con la Procura, ma ritengo che la pietra dello scandalo sia il libro ‘Io Matteo Salvini’. Una revoca inaccettabile andremo per via legali”, ha aggiunto Polacchi.

Luigi Di Maio: Sul caso è intervenuto anche il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che ha affermato: “Il tema della casa editrice Altaforte non è solo che sia legata a CasaPound, ma che il fondatore ha detto che l’antifascismo è il male assoluto”. “La cosa concreta è che la nostra Costituzione nasce su valori antifascisti – ha ribadito -. La sua è una provocazione per vendere più libri, ma non possiamo farla passare”.

Il sindaco di Torino Chiara Appendino che insieme alla Regione Piemonte ha fatto fronte comune contro la casa editrice AltaForte ha affermato che l’esposto “non è una rivalsa nei confronti di Salvini, è una scelta a protezione e tutela del Salone del Libro, di Torino e del nostro Paese”. “Questo soggetto – ha aggiunto parlando dell’editore – ha annunciato che farà causa. Noi faremo valere le nostre ragioni staremo a fianco degli organizzatori.

E’ la decisione migliore per il direttore Lagioia: “Siamo passati in cinque, sei giorni da un problema di contrattualistica privata a un problema di politica. La questione dal punto di vista simbolico si era fatta talmente grande che è anche giusto che sia passata al livello politico e quindi il presidente Chiamparino e la Appendino hanno preso una decisione politica. E per come si erano messe le cose è la decisione migliore”. Lo ha detto il direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, Nicola Lagioia al suo arrivo al Lingotto nel giorno d’inaugurazione della Fiera preceduta da infinite polemiche.