Arresti nella sanità umbra: Zingaretti esorta le procure ad accertare le responsabilità

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E’ destinata ad allargarsi l’indagine della Gdf su presunte irregolarità in una decina di concorsi per assunzioni all’ospedale di Perugia che ha già portato all’arresto del segretario Pd dell’Umbria Gianpiero Bocci e dell’assessore regionale Luca Barberini.

La presidente della Regione Catiuscia Marini, anche lei del Partito democratico, è invece indagata a piede libero. Per la procura “in più occasioni” si sarebbe interessata ai concorsi. Complessivamente sono 35 le persone indagate.

L’inchiesta, al momento si concentra sull’ospedale del capoluogo umbro, ma secondo gli stessi inquirenti, potrebbe coinvolgere anche ad altri settori della sanità e della politica.

Al momento nessun provvedimento è stato adottato dalla magistratura riguardo alla validità dei concorsi che sarebbero stati “pilotati” all’ospedale di Perugia. I concorsi rimangono quindi validi e la situazione eventualmente, dovrà essere valutata dalla giustizia amministrativa.

“Il quadro della vicenda – ha commentato la Grillo – è molto grave. Per la parte che attiene al mio ministero effettueremo ogni verifica che ci compete.

Quando c’è di mezzo la salute dei nostri cittadini non possiamo permettere che gli abusi di una certa politica, di un cattivo modo di amministrare la sanità sporchino il lavoro di tanti operatori che ogni giorno con sacrificio sostengono il Ssn”.

L’inchiesta ha subito provocato un acceso dibattito politico, con il ministro della Salute Giulia Grillo, che ha convocato l’unità di crisi permanente del ministero: “Cacceremo le mele marce, subito, perché non può esserci salute senza legalità”.

“Sono assolutamente tranquilla e fiduciosa nell’operato della magistratura – ha sottolineato Catiuscia Marini -, nella certezza della mia totale estraneità ai fatti e ai reati oggetto di indagine”. “E’ sereno e si dichiara assolutamente estraneo ai fatti contestati” anche Barberini che attraverso il suo difensore, l’avvocato David Brunelli, ha annunciato l’autosospensione dal Pd del suo assistito e la decisione di dimettersi dall’incarico.

Intanto il segretario del Pd Nicola Zingaretti lancia un appello alle procure: “Non saremo mai coloro che metteranno una trave, ma neanche uno stecchino per intralciare la giustizia, sempre saremo dalla parte della ricerca della verità. Preservando le garanzie della presunzione di innocenza stiamo dicendo alle procure: indagate, andate fino in fondo e se ci sono responsabilità che vengano accertate”.