Attacco hacker contro la pubblica amministrazione: il gruppo russo Lockbit chiede un riscatto

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Un massiccio attacco informatico iniziato la mattina di venerdì 8 dicembre sta mandando in tilt diverse strutture della Pubblica amministrazione italiana, coinvolgendo anche circa 300 enti locali. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo hacker russo Lockbit che, secondo quanto l’Ansa ha appreso da fonti informate, avrebbe avanzato richieste di riscatto in criptovalute.

Sotto attracco gli enti (amministrazioni centrali, comunali e provinciali in tutta Italia) che si avvalgono dei servizi di Westpole, la casa di sviluppo la cui infrastruttura cloud è utilizzata dalla società Pa Digitale, che – a sua volta – fornisce servizi di gestione digitali (demografici, anagrafici, pagamento di stipendi ai dipendenti comunali) a circa 1.300 realtà della Pubblica amministrazione italiana, tra cui circa 500 Comuni, alcune Province, diverse Unione di Comuni e Comunità montane ed enti tra cui l’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e l’Autorità anticorruzione (Anac).

Tra i prodotti forniti e ancora bloccati ci sono i sistemi di rendicontazione di buste paga e di fatturazione elettronica. Il rischio dunque è che, in alcuni casi, i dipendenti potrebbero vedere slittati i pagamenti di stipendi e tredicesima. Per quanto tempo? Non si sa. Forse di un mese. Da quanto emerge da fonti vicine alle indagini, al momento si stanno ancora calcolando i danni del virus. Quello che è si sa è che Westpole è riuscita a ripristinare il 50% dei propri sistemi. Ma è il restante 50% che preoccupa. L’Acn parla di ripristino lento. Difficile. Non si sa quando potrà essere ripristinato il resto.

Sia Westpole che Pa Digitale hanno sporto denuncia alla Polizia postale ed hanno avvertito il Garante della privacy.