Censis: italiani a favore della stretta per le festività. Il covid amplia il Gap tra ricchi e poveri

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Mentre i governatori di Regione continuano a protestare contro lo stop agli spostamenti dal 21 dicembre al 6 gennaio deciso con il nuovo dpcm, c’è chi – una grossa percentuale di italiani – appoggia la linea dura del governo in vista delle prossime festività. A documentarlo è il Censis nel 54esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, nell’anno della pandemia di Covid-19.

Secondo il rapporto, il 57,8% degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni della mobilità personale. Il 38,5%, prosegue il Censis, “è pronto a rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, introducendo limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione, di organizzarsi, di iscriversi a sindacati e associazioni.

Non solo: il 77,1% degli italiani chiede anche pene severissime per chi non indossa le mascherine di protezione delle vie respiratorie, non rispetta il distanziamento sociale o i divieti di assembramento. Cresce quindi “il livore della logica ‘o salute o forca’”. A quanto emerge dal rapporto, “il 76,9% è fermamente convinto che chi ha sbagliato nell’emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri soggetti, deve pagare per gli errori commessi, che hanno provocato la diffusione del contagio negli ospedali e nelle case di riposo per gli anziani; il 56,6% vuole addirittura il carcere per i contagiati che non rispettano rigorosamente le regole della quarantena e dell’isolamento, e così minacciano la salute degli altri; il 31,2% non vuole che vengano curati (o vuole che vengano curati solo dopo, in coda agli altri) coloro che, a causa dei loro comportamenti irresponsabili o irregolari, hanno provocato la propria malattia; e il 49,3% dei giovani vuole che gli anziani siano curati dopo di loro”.

Il Censis fotografa anche “l’universo degli scomparsi: quello dei lavoretti, del lavoro casuale, del lavoro in nero”, è “un universo indefinito stimabile in circa 5 milioni di persone che ruotavano intorno ai servizi e che hanno finito per inabissarsi senza rumore”.

Il 90,2% degli italiani è inoltre convinto che l’emergenza e il lockdown abbiano danneggiato maggiormente le persone più vulnerabili e ampliato le disuguaglianze sociali. Sono appena 40.949 gli italiani che dichiarano un reddito che supera i 300.000 euro l’anno, con una media di 606.210 euro pro capite. Corrispondono allo 0,1% del totale dei dichiaranti. Mentre sono 1.496.000 le persone con una ricchezza che supera il milione di dollari (circa 840.000 euro): sono pari al 3% degli italiani adulti, ma possiedono il 34% della ricchezza del Paese. E’ quanto emerge dal rapporto.