Rivolta in carcere a Genova: “Vendetta per stupro”. Due agenti feriti

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Due agenti feriti portati in ospedale, due medicati sul posto e diverse celle devastate. E’ il bilancio della rivolta scoppiata nel primo pomeriggio nel carcere di Marassi, a Genova, sedata  poi verso le 16 grazie all’intervento di oltre cento agenti della Polizia penitenziaria.

Tutto è nato quando alcuni detenuti hanno aggredito alcuni agenti penitenziari scatenando il caos. Diversi reclusi  sono anche saliti sui tetti e sul camminamento delle mura di cinta ma sono scesi spontaneamente. Polizia, carabinieri e guardia di finanza sono rimasti fuori sul piazzale pronti a intervenire nel caso in cui la situazione fosse degenerata. Il personale amministrativo e sanitario è stato messo in sicurezza in locali non raggiungibili, mentre i lavoratori provenienti dall’esterno sono stati fatti uscire.

All’origine della protesta una vendetta per stupro. A quanto ha riferito Gennarino De Fazio, segretario del sindacato di Polizia penitenziaria Uilpa, i rivoltosi “si sono portati al piano terra e hanno vandalizzato i locali nell’intento di regolare i conti con altri reclusi, pare sei, che nei giorni scorsi avrebbero violentato un altro detenuto”.
“Tutto questo è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri” denuncia lo stesso De Fazio, sottolineando che tutto questo “non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato “impossibile” di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione”.

All’esterno dell’edificio era stato formato un cordone di sicurezza da parte di uomini delle forze dell’ordine, tra cui Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza in tenuta antisommossa. “Abbiamo avviato immediatamente un canale diretto con Prefettura, Questura e le altre autorità competenti”, ha informato la neo-sindaca di Genova Silvia Salis esprimendo “totale solidarietà agli agenti della Polizia penitenziaria e al personale coinvolto”.