Spostato il punto tamponi nel padiglione esterno all’ospedale. “Area più sicura e isolata”

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L'ingresso dell'Ospedale di Noventa

Il punto tamponi per l’area del Bassovicentino, individuato in uno dei plessi dell’ospedale di Noventa, è stato spostato in un ambiente ritenuto più sicuro dopo alcune problematiche di sicurezza sorte nei giorni scorsi. Legate principalmente alla contiguità con altri ambulatori e reparti non dedicati ai pazienti Covid. Presenti e curati in un’altra ala del polo sanitario locale intitolato a Pietro Milani, in un’area off limits e già adeguatamente isolata dal resto dei servizi. La nuova sede, a distanza di poche decine di metri ma fisicamente indipendente rispetto al nosocomio, è stata allestita nel padiglione F, con accesso diretto e separato dal parcheggio dell’ospedale. Uno status quo rivisto che migliora la fruizione del servizio di verifica con tampone innanzitutto per gli utenti con sospetto contagio in corso, e che aumenta il distanziamento fisico da pazienti e operatori di passaggio verso la struttura principale.

A disporre la rinnovata ubicazione è l’azienda Ulss 8 Berica, in accordo con le autorità locali, dopo i dubbi emersi di recente. In particolare la richiesta di intervento mossa da esponenti del Pd cittadino, perplessi riguardo la prima soluzione adottata, ritenuta troppo promiscua. Da ricordare che questo polo ospedaliero è uno dei tre “incaricati” dall’azienda pubblica di ospitare pazienti malati di coronavirus bisognosi di assistenza. Si tratta di degenti non in gravi condizioni, solitamente prossimi alla completa guarigione, con una capacità attuale di 35 posti letto occupati.

Al punto tamponi possono accedere senza vincoli di prenotazione on line (dallo scorso 23 novembre) i cittadini dell’Ulss 8 residenti nell’area del Bassovicentino, ma sempre previa prescrizione del medico di famiglia. L’orario di apertura del punto tamponi è dalle 11 alle 16. Insieme ai centri allestiti al San Bortolo di Vicenza, in area Fiera di Vicenza, all’istituto Da Vinci di Arzignano e all’ospedale San Lorenzo di Valdagno, il polo noventano costituisce uno dei centri di screening gestiti dall’azienda di sanità locale nel territorio.

Sul tema si è espressa la consigliere regionale Cristina Guarda (Europa Verde), sollecitata insieme ad altri colleghi vicentini. “Già la scorsa settimana – dice l’amministratrice rieletta in settembre in Regione Veneto – ho sollecitato la V Commissione, sottoponendo un report dettagliato, affinché impegnasse l’assessore regionale a trovare risposta urgente alla situazione di promiscuità nella aree tamponi che si sta registrando in molti ospedali veneti, tra questi quello di Noventa. L’esigenza era appunto quella di individuare aree dedicate senza mettere a rischio la salute del personale e dei pazienti”.

“Urge però coinvolgere maggiormente i sindaci dei territori – continua la giovane esponente originaria di Lonigo – che hanno come riferimento il nosocomio di Noventa per un lavoro di squadra con Ulss e Regione. Per questo ho sollecitato un incontro coi primi cittadini per definire le strategie di collaborazione comune. Su questo aspetto posso confermare l’interesse anche da parte degli altri consiglieri regionali dell’area. In virtù di questo interesse comune si auspica che anche le future scelte strategiche sugli ospedali siano conseguenti come nel caso delle schede ospedaliere. Non possiamo permetterci che una politica di tagli alla sanità e l’emergenza Covid mettano in ginocchio il servizio sanitario dell’area mettendo a rischio la salute dei cittadini. Il numero di contagi anche tra i dipendenti dell’ospedale è un chiaro segnale di come le cose non stiano funzionando”.

Intanto nel pomeriggio di venerdì il sindaco di Noventa Vicentina, Mattia Veronese, ha reso noto un aggiornamento sulla situazione della cittadina: sono 91 i casi positivi attualmente attivi tra i residenti, di questi 11 sono ospiti della casa di riposo “Ca’ Arnaldi”, dove si trovano ospiti affetti da sindrome di Alzheimer (tutti asintomatici e in numero costante), mentre 5 sarebbero i ricoverati in diversi ospedali. Infine sono 75 le persone monitorate in casa, con sintomi assenti o di lieve entità, in regime di isolamento.