Coronavirus, uno studio lo conferma: tutti i malati sviluppano gli anticorpi

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C’è la conferma: chi guarisce dal Covid-19 sviluppa sempre gli anticorpi protettivi al virus. Questa evidenza scientifica emerge da uno studio condotto dalla Chongqing Medical University, pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

Secondo la ricerca cinese, nel 100% dei pazienti analizzati (285) è stata trovata la presenza degli anticorpi IgG, vale a dire quegli anticorpi prodotti nel corso della prima infezione da Coronavirus e che dunque sono in grado di proteggere l’organismo a lungo termine.

Da questa conferma consegue che i test sierologici possono davvero essere utili per diagnosticare i pazienti sospetti – risultati negativi al tampone – e identificare così quelli asintomatici, che sappiamo essere la categoria più pericolosa per la catena di contagio. Fino a questo momento non era invece chiaro se la risposta degli anticorpi al virus SarsCov2 durasse nel tempo e se il test sierologico potesse essere veramente utile.

In particolare, i risultati della ricerca hanno mostrato che tutti i 285 pazienti studiati avevano sviluppato gli anticorpi specifici per il virus dopo circa 17-19 giorni dalla comparsa dei sintomi, mentre quelli con gli anticorpi IgM (anticorpi che si attivano subito quando l’organismo entra in contatto con una nuova infezione, offrendo una protezione di breve durata) erano il 94,1%, dopo 20-22 giorni dall’inizio dei sintomi. Nelle prime 3 settimane dalla comparsa dei sintomi, c’è stato un aumento di entrambi i tipi di anticorpi.

La notizia è stata accolta con entusiasmo dagli scienziati italiani e internazionali. In particolare, ha mostrato entusiasmo Giovanni Rezza, responsabile del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità che però allo stesso tempo ha usato cautela. “È una buona notizia lo studio di Nature che conferma la presenza di anticorpi al SarsCov2 – ha detto il professore nel corso dell’ultima conferenza stampa -. Tuttavia – ha aggiunto – ancora non si sa se questi anticorpi siano effettivamente protettivi“.

Anche il virologo Roberto Burioni ha commentato positivamente i risultati dello studio: “Buona notizia: seppure in quantità variabili, i pazienti guariti da Covid-19 producono anticorpi contro il virus – ha scritto il professore su Twitter -. Questo è bene perché rende affidabile la diagnosi sierologica e, se gli anticorpi fossero proteggenti, promette bene per l’immunità“.