Coronavirus, verso una zona rossa nazionale a Natale? Oggi la decisione del governo

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Un blocco dell’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio. Questa l’ipotesi su cui si sta discutendo in queste ore nel governo. E oggi è il giorno della verità: verrà presa la decisione che sta tenendo appesi milioni di italiani da giorni, da quando è stato annunciato da più parti un probabile inasprimento delle misure contro il Coronavirus per il periodo delle festività natalizie, dopo che per giorni si era parlato di ipotetiche deroghe. Tutto e il contrario di tutto. Ma intanto ieri l’ultimo bollettino ha segnato l’ennesimo giorno di sconfitta contro il Covid-19 (846 morti e 14.844 nuovi contagi in 24 ore) e tutto lascia pensare che la maggioranza stia andando nella direzione di limitazioni ferree.

Il parere del comitato tecnico scientifico è chiaro: “Inasprire le misure e aumentare i controlli”. Ma nel governo restano le distanze tra le varie posizioni sugli ulteriori limiti che sarebbe opportuno o meno adottare oltre a quelli già inseriti nel Dpcm del 3 dicembre. Oggi una riunione con il presidente del Consiglio dovrebbe sciogliere una volta per tutte i nodi rimasti e definire una situazione di incertezza e confusione per gli italiani visto che il Natale incalza.

Già nella serata di ieri, Giuseppe Conte pare abbia incontrato il ministro della Salute Roberto Speranza per un colloquio sul da farsi. Certo è che il premier teme le reazioni e i malumori alla sua prossima mossa, soprattutto perché i suoi consensi e la fiducia degli italiani sono in caduta libera da diverse settimane nei vari sondaggi.

Tra le ipotesi più accreditate circolate nelle ultime ore c’è quella che prevede la zona rossa nei giorni di  Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania e nelle domeniche del 27 dicembre e del 3 gennaio. Nei prefestivi potrebbe invece essere istituita la zona arancione. Ma se i numeri dell’epidemia restassero drammatici come quelli che l’Italia continua a registrare da settimane e non dovessero calare, sono già in cantiere misure più drastiche: una zona rossa dal 24 dicembre al primo gennaio.

Di queste ipotesi e delle divisioni in corso si parlerà anche al tavolo con le Regioni. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha messo le mani avanti già nella serata di ieri e ha fatto capire chiaramente che per lui sarebbe profondamente “sbagliato immaginare cenoni e feste al di fuori dei nuclei di conviventi“. Intanto, preoccupazione è già stata espressa nella maggioranza a proposito della riapertura delle scuole il 7 gennaio, una decisione che potrebbe avere delle ripercussioni importanti sulle prossime – a quanto pare “inevitabili” – ondate di questa pandemia.