Covid: in calo contagi e vittime ma meno tamponi. Speranza: a lavoro per evitare un nuovo lockdown

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Cala leggermente il numero dei nuovi casi di covid-19 in Italia: nelle ultime 24 ore sono stati 2.578, contro i 2.844 di ieri. In calo anche le vittime: 18 (contro le 27 di ieri), per un totale, dall’inizio dell’emergenza, di 35.986. Stando al bollettino diffuso dal ministero della Salute, però, diminuiscono i tamponi: ne sono stati effettuati 92.714 (ieri erano più di 118mila). Per quanto riguarda la situazione negli ospedali, le persone ricoverate in terapia intensiva tornano sopra quota 300: attualmente sono 303 (+6 in un giorno). Più elevato il numero di chi è ricoverato con sintomi: sono 3.287 in tutta Italia, di cui 82 solo nelle ultime 24 ore. I cittadini che si trovano in isolamento domiciliare sono invece 53.839, di cui oltre 9mila in Lombardia e circa 7mila sia nel Lazio che in Campania.

“La battaglia non è conclusa: dobbiamo essere uniti” per vincere la sfida al Covid dice intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite a Mezz’ora in più su Rai3. “Ora siamo in una fase di crescita dell’epidemia e dobbiamo ricostruire lo spirito unitario che ci ha guidato nei mesi più difficili – aggiunge –  Chi è al governo deve lavorare giorno e notte per evitare un nuovo lockdown“. Perché “un lockdown generalizzato come quello di marzo produrrebbe un costo sociale, economico e culturale per il Paese che non dobbiamo permetterci, dobbiamo lavorare per evitarlo. Quanto avverrà nelle prossime settimane dipenderà dai comportamenti di ciascuno di noi: è una partita tutta da giocare”.

Una partita che passa anche per lo sport giocato negli stadi. Speranza si dice assolutamente “contrario alle proposte di aprire gli stadi a migliaia di persone perché questo esporrebbe le persone a un rischio vero”. Il confronto va sempre fatto con il mondo della scuola, spiega. “Se dobbiamo correre un rischio perché le scuole riaprono sono d’accordo, ma se dobbiamo correrlo per portare decine di migliaia di persone allo stadio sono contrario. È un rischio che non possiamo permetterci. Sono della linea della prudenza, che non significa non fare le cose, ma farle passo dopo passo”. In questa fase, aggiunge, le attenzioni di Palazzo Chigi sono tutte concentrate per “tenere le scuole aperte”. “Finora negli istituti si sono registrati un migliaio di casi, ma è del tutto evidente che ce ne saranno molti altri nelle prossime settimane. Proveremo a essere il più veloci possibile nell’intervenire”. Per ora si tratta di numeri “ancora assolutamente sostenibili“, commenta Speranza. Serve però una “relazione organica e non episodica tra il Servizio sanitario nazionale e il sistema scolastico” affinché ci sia sinergia tra le autorità preposte ad agire in caso di nuovi contagi.

Il governo, che si riunirà nel Consiglio dei ministri di domani, sta pensando a nuove restrizioni da introdurre nel prossimo dpcm che sarà firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il 7 ottobre. E tra queste, Speranza ha parlato anche del possibile nuovo obbligo di indossare le mascherine all’aperto.  “E’ una delle ipotesi che stiamo valutando. Ci sarà un passaggio parlamentare martedì e il governo farà le sue scelte solo dopo il passaggio parlamentare”, ha detto. Anche se “non abbiamo i numeri di casi degli altri Paesi europei”, ha rilevato il ministro,  “ora siamo in una fase di crescita significativa del contagio”. Per questo “vanno conservate e rafforzate le tre regole fondamentali e una di queste sicuramente riguarda le mascherine, il cui uso è fondamentale, veramente decisivo”.