Covid, Speranza firma le ordinanze: Lombardia in arancione. Commercianti verso la class action

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Nuova cartina ‘a colori’  per l’Italia. Con un’ordinanza il ministro della Salute Roberto Speranza conferma in area arancione Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Restano in questa fascia anche Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. Con le ultime ordinanze firmate oggi sono, inoltre, entrate in fascia arancione anche la Sardegna e la Lombardia, che prima erano rispettivamente in fascia gialla e rossa. In tutto sono dunque 14 le Regioni in area arancione.

In base alla nuova configurazione dell’Italia per l’emergenza Covid, restano in area rossa la Sicilia e la Provincia autonoma di Bolzano. Restano invece gialle quattro regioni – Campania, Basilicata, Molise e Toscana – più la Provincia autonoma di Trento.

Intanto il pasticcio della Lombardia sui dati comunicati all’Istituto Superiore di Sanità che hanno costretto negozianti e cittadini lombardi a una settimana di zona rossa rischia di trasformarsi in una class action contro i vertici della Regione. Nonostante il governatore lombardo, Attilio Fontana, continui ad accusare Roma di errori nei calcoli, i verbali della cabina di regia parlano chiaro riguardo alla richiesta di “rettifica” arrivati dai tecnici lombardi. E così in Lombardia monta la rabbia per la serrata totale alla quale sono state costretti 10 milioni di abitanti.

“Dopo la conferma sui gravi errori” che “hanno bloccato la Regione Lombardia, locomotiva d’Italia, nella zona rossa, le associazioni di commercianti ed imprenditori hanno deciso di proporre una class action contro i responsabili per i danni subiti” annuncia in una nota l’avvocato Francesco Borasi che, con il collega Angelo Leone, ha già raccolto le adesioni per la maxi causa di tre associazioni e una ventina di commercianti. “Ci siamo attivati per chiedere i documenti alla Regione – spiega Borasi – ai fini della richiesta di risarcimento” dovuto al presunto errore di calcolo dell’indice Rt.

Rincara la dose il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “Se davvero in Lombardia sin dal 12 ottobre si sono erroneamente conteggiati i guariti tra i positivi, alzando così l’Rt e provocando restrizioni maggiori di quelle necessarie – afferma il primo cittadino – credo che le categorie penalizzate potrebbero avviare una class action per il risarcimento del danno”.