Delitto Cecchettin, Filippo Turetta arrestato a Lipsia. Giulia uccisa con più di 20 coltellate

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Una fuga durata oltre sette giorni e centinaia di chilometri percorsi in direzione nord, per lasciarsi alle spalle l’orrore mostruoso di un delitto commesso ai danni della giovane Giulia Cecchettin, l’ex fidanzata uccisa con oltre 20 coltellate. Filippo Turetta è stato fermato in Germania, vicino Lipsia.

La sua auto era ferma su una corsia d’emergenza, senza benzina né soldi e con i fari spenti, elemento che avrebbe indotto la polizia a fare delle verifiche sull’auto. Al momento del controllo, dopo le segnalazioni di alcuni automobilisti, il ragazzo è apparso stanco e rassegnato e si è “lasciato arrestare senza opporre resistenza”.

La notizia dell’arresto è stata comunicata dalla polizia di Halle an der Saale. Qualche giorno prima, il 22enne aveva scaricato il corpo di Giulia a Barcis, e lo aveva nascosto in una scarpata della Val Caltea, sotto una grossa pietra, coperto da alcuni sacchi neri. L’ha portata in spalla, dentro un un canalone, quasi sicuramente già morta, a centinaia di chilometri dal luogo dell’aggressione.

I fendenti trovati sulla testa e sul collo della vittima sono molto profondi. Secondo il medico legale, sono stati inferti con grande violenza mentre lei tentava di difendersi fino a quando ne ha avuto le forze. Anche mani e braccia si presentano segnate da numerosi tagli, conseguenza evidente del disperato tentativo di difendersi dalla furia delle coltellate dell’ex fidanzato. Turetta dovrà ora comparire davanti a un giudice anche se non è stata ancora annunciata la data. A renderlo noto è la stampa tedesca, sottolineando che la polizia locale è in stretto contatto con le autorità italiane. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiede che il giovane faccia rientro in Italia entro 48 ore e intanto annuncia una serie di borse di studio agli studenti stranieri “che vengono a studiare in Italia e sognano quello che sognava Giulia”.

Gli investigatori hanno accertato che il tragitto seguito dalla Punto nera di Turetta appare da subito poco lineare e alcune tappe sembrano far pensare alla ricerca di un luogo isolato proprio per disfarsi della salma. Intorno alle 3 della notte tra sabato e domenica, l’auto transita per la stazione turistica del Piancavallo e imbocca la stradina della Val Caltea che conduce a Barcis, dove è stato ritrovato il corpo. Sarà comunque la procura di Venezia a ricostruire la dinamica e ad effettuare tutti gli accertamenti necessari: la titolarità del fascicolo resta ai magistrati veneti poiché il sequestro di persona – il primo reato contestato, al quale poi si è aggiunto l’omicidio – è avvenuto nel territorio di competenza della procura lagunare.

Per gli inquirenti, il sospetto della premeditazione si concretizza sempre di più: quella sera Filippo era uscito di casa con un coltello, con i sacchi neri con cui ha occultato la salma e con una insolita quantità di denaro che gli ha permesso di fuggire per una settimana.

Sono oltre 100 le donne uccise da inizio anno. L’ultima fotografia aggiornata risale a qualche giorno fa ed è firmata dal ministero dell’Interno: da gennaio a oggi, si legge nel report curato dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale, in Italia sono stati commessi 285 omicidi. E sono 102 le vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, sottolinea l’analisi del Viminale, 53 hanno trovato la morte per mano del partner o di un ex partner. Una statistica drammatica che, chiarisce l’indagine, è aumentata rispetto allo scorso anno e che rischia di crescere ancora da qui ai prossimi mesi.