Denuncia Day a Bergamo: i parenti delle vittime delle Rsa chiedono giustizia

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Hanno chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando sarà a Bergamo il prossimo 28 giugno, i parenti delle vittime da coronavirus che questa mattina si sono date appuntamento davanti alla procura per presentare le prime 50 denunce per far luce sui decessi dei propri cari nelle Rsa lombarde.

I rappresentanti del comitato “Noi denunciamo” fanno sapere che si attendono almeno altri 200 esposti “non contro i sanitari che hanno fatto il possibile, ma contro i politici che non hanno fatto altro che raccontare bugie”.

La maggior parte degli esposti presentati, in quello che è stato già ribattezzato il “Denuncia Day”, fanno riferimento alla mancata applicazione della zona rossa nella Valseriana e alla chiusura e rapida riapertura del pronto soccorso di Alzano Lombardo, su cui la Procura orobica sta già indagando.

Scopo del “Denuncia Day” – spiega il presidente e fondatore del movimento, Luca Fusco -è quello di “ottenere giustizia e identificare i possibili responsabili”, che secondo Fusco sarebbero sostanzialmente da individuare nell’ambito politico. Scelte fatali, come quella di “non aver chiuso la Valseriana quando doveva essere chiusa, cioè il 23 febbraio, lasciando trascorrere 15 criminali giorni fino all’8 marzo, quando la Regione Lombardia è diventata zona arancione. Per 15 giorni – ha affermato – noi bergamaschi abbiamo viaggiato, lavorato, bevuto il caffè e fatto gli aperitivi e a quel punto il virus ha circolato senza problemi”.

“Sono anche convinto – ha poi aggiunto Fusco- che se ci fosse stata la chiusura tempestiva della zona rossa nella provincia di Bergamo forse non avremmo dovuto chiudere tutta la Lombardia. E probabilmente avremmo evitato il lockdown italiano. Noi non puntiamo il dito contro nessuno – ha concluso Fusco – le denunce sono contro ignoti: ci penserà la Procura, con un’indagine che si profila lunga e difficile a individuare le responsabilità”.

Al “Denuncia Day” si sono presentati anche Pietro e Diego, due fratelli bergamaschi che nel giro di quattro giorni hanno perso sia il padre che la madre, entrambi positivi al coronavirus. “Non ha funzionato niente, dalla comunicazione con gli ospedali alle cure. Nostro papà – hanno raccontato – è salito sull’ambulanza con le proprie gambe, nel giro di due giorni ci hanno detto: ‘è migliorato’, ‘è peggiorato’, ‘è morto’”.

Il “Denucia Day” arriva a ridosso della riapertura a nuovi ospiti delle Rsa lombarde,che l’assessore al Welfare Giulio Gallera assicura sarà “con delle regole molto rigide: nessun positivo verrà collocato all’interno di una Rsa e verrà invece messo in una struttura sanitaria”. La delibera della Lombardia prevede che “a qualunque anziano vorrà entrare in una Rsa verrà fatto a domicilio sia il test sierologico sia il tampone”.

Oggi invece in Lombardia, c’è stato un cambio al vertice della Sanità. Luigi Cajazzo, l’ex poliziotto della Mobile di Lecco e direttore generale da maggio 2018, è stato destinato ad altro incarico. Lo riporta oggi il Corriere della Sera. Cajazzo diventerà vice segretario generale della Regione con delega all’integrazione sociosanitaria. Alla guida del comparto, arriverà Marco Trivelli, 56 anni, manager storico della sanità Lombarda. Il passaggio di consegne avverrà il 18 giugno.