Farine di insetti: etichettatura specifica e scaffali appositi. Cucina italiana candidata a patrimonio dell’Umanità

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Il 26 gennaio scorso è entrato in vigore il regolamento che autorizza la commercializzazione delle larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) congelate, in pasta, essiccate e in polvere. Ancora prima l’Unione Europea aveva dato il via libera ai grilli in polvere, congelati, in pasta ed essiccati e nelle medesime forme sono già commercializzati la locusta migratoria, dalla fine del 2021, e la larva gialla della farina dal marzo dell’anno scorso.

Tante le polemiche e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida oggi ha annunciato la firma di quattro decreti che garantiscono un’etichettatura specifica e delle scaffalature apposite in cui sia visibile la provenienza, in modo che chi vorrà scegliere grilli, larve e locuste possa indirizzarsi lì e chi non vorrà farlo potrà tenersi lontano. Il ministro ha spiegato: “Dobbiamo rafforzare la capacità di discernimento delle persone. Così in pieno accordo con le Regioni, garantiamo ai cittadini italiani la consapevolezza di quello che mangiano e facciamo dell’Italia una nazione all’avanguardia in questo senso”.

“Le Regioni italiane – ha aggiunto il ministro Lollobrigida – hanno contribuito in maniera decisiva a realizzare questi decreti che saranno notificati alla Commissione europea. Questo lavoro è avvenuto in un tempo straordinariamente celere e dimostrazione del fatto che il governo è coeso e lavora in collaborazione con le regioni per la tutela della specificità italiana e del Made in Italy”.

E a proposito di Made in Italy oggi c’è stata la candidatura ufficiale della cucina italiana dal governo italiano quale patrimonio dell’umanità Unesco per il 2023. L’esecutivo ha infatti deciso, proprio su proposta dei ministri dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano, di proporre la nostra cucina nella lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali. La Commissione nazionale ha approvato all’unanimità. Il dossier è stato scritto dal professore della Luiss, Pier Luigi Petrillo, che già in passato aveva curato le candidature all’Unesco di tanti elementi come la Dieta Mediterranea e i pizzaiuoli napoletani. Non resta che aspettare: la decisione verrà presa solo nel 2025.

La cucina italiana viene definita come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui tanti saperi locali che, senza gerarchie, la identificano e la connotano. Tante tradizioni che riflettono la diversità bioculturale del nostro Paese e si basa sul comune denominatore di concepire il momento della preparazione e del consumo del pasto come occasione di condivisione e di confronto.