Gentiloni: “Pd perno della sinistra di governo. Assetto largo per vincere”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Il premier, Paolo Gentiloni, e il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, si sono salutati a bordo del treno Direzione Italia parcheggiato sui binari di Pietrarsa (Napoli), con sorrisi e un lungo abbraccio per dimostrare che, sebbene ci siano ‘diverse visioni’, il Pd viaggia unito verso un’unica direzione.

Gentiloni spiega e rilancia: “Abbiamo bisogno di essere credibili, di essere ambiziosi e competitivi, non nel senso di aggressivi l’uno con l’altro, ma nel senso di essere in grado di vincere. Nel campo di gioco ci sono troppi propagandisti della paura, per questo c’è bisogno di una sinistra del governo e dalla sua forza dipende il futuro”.

In un momento così delicato, è necessario avere ‘l’assetto più largo possibile’, cosa che Renzi leader può rendere possibile: “Proprio adesso – continua il presidente del consiglio – che conosciamo le regole del gioco della sfida elettorale, dobbiamo darci con la tua leadership, caro Matteo, l’assetto più forte e più competitivo per vincere. L’assetto il più largo possibile, aperto verso il centro e la sinistra, per vincere e governare. Non possiamo scherzare su questo. Dobbiamo lavorare con forza. Perché un Pd unito e competitivo, ambizioso e credibile, non è solo un valore per il Pd: può far vincere l’Italia”.

“Noi del Pd – dice Gentiloni – siamo credibili e talvolta dobbiamo dirlo sottovoce, sottraendo tempo alle nostre baruffe quotidiane”. E ancora: “La sinistra a cui noi pensiamo è una sinistra che accetta le sfide, non che si rifugia nelle sue convinzioni. È una sinistra credibile e noi lo siamo per il lavoro e le riforme fatte. Non solo per i risultati del Pil e gli indicatori economici incoraggianti, ma perché abbiamo avviato un percorso di riforme”.

Il Pd, ha proseguito il premier, anche “in una situazione che sappiamo quanto fragile in Parlamento, non dissiperà i risultati raggiunti in questi anni. Abbiamo un lavoro da completare”.

A tal proposito Gentiloni ha colto l’occasione per ricordare i buoni risultati ottenuti:
“Bene che Standard&Poor’s abbia dato dopo 15 anni un giudizio favorevole sull’Italia. È il frutto, caro Matteo, del nostro lavoro di questi anni. E il frutto del lavoro delle famiglie e imprese italiane. Avevamo dimenticato il significato della parola upgrading”.

Proprio nei confronti delle famiglie italiane e delle imprese, il capo di Palazzo Chigi si impegna a garantire una fine di legislatura ‘ordinata’, che non è “solo un’esigenza del governo, ma un dovere verso quella nostra società che anche grazie alle riforme impostate dal governo Renzi, e che stiamo proseguendo, si sono risollevate dalla crisi più dura dal dopoguerra. Non è un fatto parlamentare e di governo, ma un segnale da dare a quest’Italia che rialza lentamente e con difficoltà la testa. È un impegno che dobbiamo prendere solennemente tutti insieme”.

Gentiloni confida di poter proseguire il percorso intrapreso, continuando ad “avere come punto di riferimento la guida del presidente della Repubblica e il suo orientamento come garante delle istituzioni e dei passaggi che abbiamo di fronte”.

Tra gli impegni da rispettare c’è sicuramente, come ha ricordato negli stessi toni anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti, quello dello ius soli: il governo, ha assicurato ancora una volta Gentiloni, lavorerà per arrivare all’approvazione della legge: “Ci sono leggi importanti, come quella sulla cittadinanza, su cui lavoreremo per creare le condizioni perché possa essere approvata dal Parlamento”.

E poi c’è il problema della povertà, nei confronti del quale il governo “deve far di più”: “Abbiamo fatto delle misure importanti contro la povertà, tra cui gli 80 euro del governo di Matteo Renzi. Ma dobbiamo fare di più. Ogni tanto frequentiamo più i vincenti che i perdenti della globalizzazione. Il Pd deve fare i conti contro le diseguaglianze sociali e contro la solitudine”.