Il presidente Mattarella chiama il papà di Ilaria Salis: “Vi sono vicino”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Roberto Salis, il papà di Ilaria, la 38enne italiana detenuta da più di un anno a Budapest, ha ricevuto la telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Era stato lo stesso Salis a inviare una lettera al Quirinale chiedendo l’intervento del Governo. Il presidente Mattarella “ha ribadito la sua vicinanza personale a me e alla famiglia e mi ha garantito il suo personale interessamento al caso”, ha raccontato Roberto Salis.

E’ la prima volta che Roberto Salis parla con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visto che, dopo la prima pec inviata al capo dello Stato il 17 gennaio, era stato contattato telefonicamente da un funzionario del Quirinale.

“Siamo tutti molto contenti e lo sarà anche Ilaria quando la sentirò – ha spiegato Roberto – è stata una telefonata molto cordiale che mi ha fatto molto piacere. Ringrazio il presidente per la solerzia con cui mi ha risposto in meno di 24 ore e soprattutto per la sensibilità e la vicinanza al dramma che sto vivendo con la mia famiglia”, ha aggiunto il padre di Ilaria Salis che sostiene sia necessario il ricorso contro la mancata concessione dei domiciliari alla donna italiana, in carcere dal febbraio 2023 a Budapest con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di due neonazisti.

Giovedì infatti, la richiesta dei domiciliari avanzata al tribunale di Budapest dai suoi legali è stata respinta. “Speravo fossero giorni diversi”, ha detto inoltre Mattarella a Roberto Salis, a cui ha aggiunto di comprendere bene il suo stato d’animo, esprimendogli vicinanza. Il presidente della Repubblica ha assicurato poi che farà quanto è nelle sue possibilità, che non sono ampie sul piano operativo e passano attraverso il governo.

“La differenza tra il nostro sistema, ispirato ai valori europei, e il loro sistema ha determinato questa situazione che ha portato a una disparità di trattamento tra due cittadini italiani”, ha poi aggiunto Mattarella, sottolineando come “questa disparità colpisce la nostra pubblica opinione”. Il riferimento è a Gabriele Marchesi, il giovane imputato in Ungheria per gli stessi reati di Ilaria. La Corte d’Appello di Milano ha respinto per lui la richiesta di estradizione da parte dell’Ungheria sottolineando il rischio di una detenzione che non rispetti i diritti inviolabili della persona.