Istat: 12.500 nati in meno in Italia nel 2021. Il dato più basso mai registrato

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E’ record di denatalità in Italia. Dal bollettino dell Istat Natalità e fecondità della popolazione residente 2020 emerge che nei primi 9 mesi di quest’anno le nascite in Italia sono 12.500 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un calo quasi doppio rispetto a quanto osservato tra gennaio e settembre del 2020. E’ di 1,17 il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana, il dato più basso di sempre. I nati sono 404.892 (-15 mila sul 2019). Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell’anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata epidemica.

Il crollo delle nascite tra dicembre e febbraio poteva essere dovuto al posticipo, di pochi mesi, dei piani di genitorialità ma tale diminuzione sembra l’indizio di una tendenza più duratura in cui il ritardo è persistente o, comunque, tale da portare all’abbandono nel breve termine della scelta riproduttiva. Nel Nord-ovest, più colpito dalla pandemia durante la prima ondata, a dicembre il calo tocca il 15,4%. A gennaio 2021 si rileva la massima riduzione di nati a livello nazionale (13,6%), con picco nel Sud (-15,3%) che prosegue, più contenuta, anche a febbraio (-4,9%); queste nascite sono, per la quasi totalità, riferibili ai concepimenti di aprile e maggio 2020.

Il numero medio di figli concepiti da donne italiane è in calo sia al Nord che al Sud resta invece stabile al Centro. Nel settentrione il primato della fecondità delle italiane è come sempre la Provincia autonoma di Bolzano seguita dalla provincia di Trento; al centro Italia il livello più elevato si osserva nel Lazio mentre nel Mezzogiorno il picco si registra in Sicilia e Campania. In Sardegna si registra invece il valore minimo.

Secondo l’Istat rispetto al 1995, nel 2020 è inoltre aumentata di oltre due anni l’età media al parto in Italia, raggiungendo i 32,2 anni e cresce anche l’età media alla nascita del primo figlio, che si attesta a 31,4 anni nel 2020, ben oltre 3 anni in più rispetto al 1995. Rispetto al 1995, i tassi di fecondità sono cresciuti nelle età superiori a 30 anni mentre continuano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno è ancora più accentuato considerando le sole cittadine italiane per le quali, confrontando la fecondità del 2020 con quella del 2010, il recupero della posticipazione si osserva solo a partire dai 38 anni.