Locatelli: “Allungare l’intervallo tra prima e la seconda dose a 42 giorni per aumentare i vaccinati”

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Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico dichiara che per la terza settimana consecutiva c’è una riduzione della diffusione del contagio in Italia, i dati sono in miglioramento sia per quanto riguarda l’incidenza cumulativa di tamponi positivi ogni 100.000 abitanti scesa al valore di 185 contro 239 della settimana precedente e sia per il valore di Rt pure diminuito a 0.92 dal precedente valore di 0.98. “Questi segnali indicano che, come atteso, le misure messe in atto hanno consentito di riportare la situazione sotto controllo riducendo la circolazione virale e la pressione sulle strutture sanitarie territoriali. Ma guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese. Le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri”.

“Quello che ha limitato maggiormente l’esecuzione di un numero maggiore di vaccinazioni giornaliere non è stato certo un’inadeguatezza nella logistica, distribuzione, organizzazione e somministrazione dei vaccini” sottolinea Locatelli che aggiunge: “Il fattore limitante è stato il numero di dosi disponibili inferiori a quelle che erano state pattuite”. Ma poi il medico spiega: “L’obiettivo dei 500mila vaccinati al giorno non è un sogno, è una priorità assolutamente raggiungibile se avremo le dosi che sono state previste. Non è vero che si è generata confusione nell’indicare un uso preferenziale delle dosi di AstraZeneca nelle diverse fasi. All’inizio del suo impiego, pur essendo approvato per tutti i pazienti maggiorenni, i dati disponibili sull’efficacia nelle persone anziane erano limitati e per questa parziale incertezza se ne è consigliato l’uso preferenziale nei soggetti sotto i 55 anni d’età. Ma il profilo di sicurezza oltre questo limite d’età non è mai stato in discussione. Una volta disponibili dati di notevole efficacia anche negli anziani si è estesa la raccomandazione anche a loro. Devono avere assoluta fiducia”.

Locatelli poi osserva che si sta considerando di allungare l’intervallo tra la prima e la seconda dose a 42 giorni e usare le dosi disponibili per aumentare il numero dei nuovi vaccinati. Anche l’Agenzia federale americana ha suggerito questa soluzione, in caso di necessità. “Non credo – ha aggiunto – che si rischi di restare senza vaccini per i richiami, perché Pfizer e Moderna hanno dimostrato di saper rispettare gli impegni presi sulle forniture“.