Mafia, arrestato il fratello della vedova Schifani. Il marito morì nella strage di Capaci

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A 28 anni di distanza dalla Strage di Capaci, si torna a parlare di Rosaria Costa e della sua famiglia. Perché tra gli arresti dell’operazione “White Shark” della Dia Palermo che ha portato ieri al fermo del boss Gaetano Scotto, c’è anche Giuseppe Costa, fratello della donna diventata il simbolo della rivolta della Sicilia contro la mafia. Giuseppe è accusato di associazione mafiosa.

Il ricordo di quella strage resta legato all’immagine di Rosaria, vedova di Vito Schifani, l’agente di scorta ucciso con il giudice Giovanni Falcone il 23 maggio del 1992: una giovane donna in lacrime, che nella Cattedrale di Palermo si rivolge ai mafiosi che le hanno ucciso il marito e urla: “Io vi perdono ma vi dovete inginocchiare”. Con quelle parole, pronunciate nella disperazione, Rosaria Costa divenne l’emblema del dolore di tutto il Paese.

Oggi le accuse che vengono mosse al fratello sono pesantissime: secondo il gip del Tribunale che ha firmato la misura cautelare Giuseppe Costa, ufficialmente imbianchino disoccupato di 58 anni, avrebbe “fatto parte della famiglia mafiosa di Vergine Maria, mantenendo rapporti con esponenti mafiosi di altre famiglie (.) nell’interesse primario dell’organizzazione mafiosa”. Avrebbe anche “organizzato e coordinato attività estorsive, nonché atti ritorsivi nei confronti di imprenditori e commercianti della zona”. Non solo, avrebbe anche “provveduto al mantenimento degli affiliati detenuti e alla corresponsione pro quota dei proventi dell’associazione mafiosa”.

Tutta gente di rango: l’ultimo capomafia che Costa serviva si chiama Gaetano Scotto, l’uomo al centro di innumerevoli misteri palermitani scarcerato nel 2016, negli anni Novanta sarebbe stato al centro di rapporti fra Cosa nostra e ambienti deviati dei servizi segreti. È questo il clan dell’Arenella che aveva cucito addosso a Giuseppe Costa l’abito di “mafioso riservato”, parole registrate dal trojan piazzato nel telefonino di Scotto.

Le indagini dicono che Costa era da molti anni vicino a Cosa nostra. E aveva preso anche le distanze da quelle parole pronunciate dalla sorella, che oggi vive lontano dalla Sicilia.