Marmolada, crolla seracco di ghiaccio: 6 i morti. Inquirenti: “la valanga è un disastro inimmaginabile”

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Sei persone sono morte sulla Marmolada, uccise nel crollo di un seracco di ghiaccio. Il distacco sarebbe avvenuto nel tratto tra Pian dei Fiacconi e Punta Penia, lungo la via normale che porta in vetta. Ci sono inoltre una decina di feriti, di cui almeno due in gravi condizioni, e 15 dispersi.

La Marmolada è stata interdetta al pubblico. Sono state emanate ordinanze di divieto di accesso e percorrenza dell’area interessata dalla valanga congiuntamente dai Comuni di Canazei e Rocca Pietore, fino a quando non sarà accertata la natura del distacco con gli opportuni rilievi glaciologici e geologici.

La procura di Trento ha aperto un fascicolo sul crollo. Disastro colposo è il reato ipotizzato, al momento a carico di ignoti. Ad occuparsi delle indagini, con il procuratore Sandro Raimondi, è il pm Antonella Nazzaro.

I tecnici del Soccorso alpino hanno accertato che la massa di materiale staccatosi dal ghiacciaio della Marmolada è scesa a una velocità di 300 chilometri orari. Una parte consistente del ghiacciaio è ancora attaccata alla montagna: si tratta di un fronte di ghiaccio di 200 metri, con un’altezza di 60 metri e una profondità di 80. Se si volesse fare un termine di paragone, hanno osservato gli esperti, si tratta dell’equivalente di due campi di calcio colmi di ghiaccio. Il tutto esposto a 45 gradi di pendenza.

Secondo gli inquirenti, la valanga è: “un disastro inimmaginabile, una carneficina tale che solo difficilmente ci permetterà di identificare con esattezza l’identità delle vittime perché i corpi sono stati smembrati” dalla colata di ghiaccio e sassi. La valanga ha travolto due cordate da sei alpinisti. Tra le vittime ci sarebbero anche le guide.
Ieri alle 14 la vetta del ghiacciaio aveva registrato la temperatura più alta di questa stagione: 10,3 gradi centigradi. Secondo gli inquirenti si tratta di “un disastro inimmaginabile, una carneficina”.

“Il cambiamento climatico, con temperature che negli ultimi giorni hanno raggiunto i 10 gradi a 3mila metri è un nemico oscuro contro cui combattere. In montagna stiamo purtroppo vedendo gli effetti più disastrosi”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, parlando della valanga. “Confidiamo nel miracolo e soprattutto nelle capacità e nelle competenze di tutti coloro che stanno operando in Marmolada affinché il bilancio finale sia il meno negativo possibile”.

Palazzo Chigi rende noto: “Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il più profondo cordoglio per le vittime del terribile crollo sulla Marmolada. Il governo è vicino alle loro famiglie e a tutti i feriti. Il presidente Draghi è costantemente informato sull’andamento dei soccorsi dal capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dal soccorso alpino, dai vigili del fuoco, dalle autorità locali, che ringrazia per il loro incessante lavoro”.