Migranti, salvati in 600 in acque Sar maltesi. Valenti nominato commissario per l’emergenza

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Si sono concluse nel pomeriggio di questa domenica le operazioni di salvataggio di un peschereccio in difficoltà con a bordo circa 600 migranti. L’imbarcazione ha ricevuto aiuti dalla Guardia costiera italiana quando si trovava a circa 170 miglia a sud delle coste della Sicilia sudorientale, in acque Sar maltesi. Le operazioni per la messa in salvo sono state complicate a causa delle cattive condizioni meteo. Il motopeschereccio su cui viaggiavano le 600 persone era arrivato a circa 140 miglia a sud est da Portopalo nel Siracusano. I migranti a bordo sono stati divisi in gruppi visto il numero elevato. Il pattugliatore rumeno, che appartiene al dispositivo Frontex, è arrivato al porto di Catania intorno alle 18 con oltre 110 migranti a bordo. Mentre alcune altre centinaia si trovano a bordo della nave Peluso che dovrebbe attraccare intorno alle due di notte. Intanto, nel tardo pomeriggio, Alarm Phone ha segnalato la presenza di una barca di legno in pericolo sempre in acque Sar maltesi. Ci sono “trenta persone in pericolo nella zona di ricerca e salvataggio di Malta! – ha scritto su Twitter l’associazione – abbiamo allertato le autorità italiane e maltesi e chiediamo che non ci siano ritardi nel salvataggio del gruppo”.

Sul fronte politico, questa domenica di metà aprile è stata importante per una nuova mossa del governo Meloni nell’ambito del dossier immigrazione. Valerio Valenti, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, è stato nominato commissario delegato per lo stato di emergenza per i migranti nelle regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano. Lo prevede un’ordinanza a firma del capo della protezione civile, Fabrizio Curcio. Escluse le quattro Regioni a guida Pd – Campania, Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Valle d’Aosta – che non hanno firmato l’intesa.

Nel frattempo, nel tardo pomeriggio è stato diffuso un documento firmato da molti sindaci italiani, preoccupati per il sistema di accoglienza dei migranti. “Come sindaci, come amministratori, come cittadini che quotidianamente si impegnano nei territori per cercare di garantire le migliori risposte alle criticità che le nostre Comunità esplicitano – si legge nella nota – siamo molto preoccupati per le proposte in discussione relative alle modifiche all’unico sistema di accoglienza migranti effettivamente pubblico, strutturato, non emergenziale che abbiamo in Italia”. Il documento congiunto sul Dl Cutro porta la firma, tra gli altri, dei sindaci di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella, che nella stessa sede offrono anche delle proposte concrete.

“La preoccupazione delle città è massima a fronte di emendamenti proposti da alcuni partiti al DL 591 dopo le tante evidenze a cui il nostro ordinamento ha dovuto porre rimedio in questi anni. Non bisogna ragionare in ottica emergenziale – scrivono ancora i sindaci – ed è secondo noi sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai, precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità. Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale, mentre circa il 50% dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari. Queste scelte, qualora adottate – conclude il documento -, non potrebbero che procurare infatti una costante lesione dei diritti individuali e innumerevoli difficoltà che le nostre comunità hanno già dovuto affrontare negli anni scorsi, a fronte di un importante aumento di cittadini stranieri condannati appunto all’invisibilità”.