Oggi il vertice per le riaperture delle discoteche, ipotesi green pass sul tavolo del Cts

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Una discoteca nell'isola greca di Corfù

Uniche attività rimaste al palo in questa fase di ripartenza, oggi le discoteche e le sale da ballo, con le relative eventuali riaperture, saranno al centro della riunione al ministero della Salute tra il ministro Roberto Speranza e gli esperti del Cts. ” Per ora di riaprire non se ne parla” è la posizione dello stesso Speranza che lascia però un margine di apertura  “per luglio riservando le discoteche a chi ha il pass vaccinale, in modo da spingere giovani a giovanissimi a immunizzarsi”. Obiettivo, di fatto, confermato in quello a medio termine illustrato ieri alla Camera dal commissario straordinario per l’emergenza Covid- 19 Francesco Paolo Figliuolo che punta a coprire con la seconda dose entro settembre almeno l’80% della popolazione. Circa 54 milioni di persone, compresi gli adolescenti.

Anche per il sottosegretario alla Salute Andrea Costa il Green pass “può assolutamente” essere lo strumento per tornare a ballare in sicurezza. “Non vedo perché non lo si possa usare per le discoteche – dice in un’intervista a ‘Il Messaggero’, – Dobbiamo far valere le stesse regole che abbiamo applicato in altre situazioni, non solo per il certificato”. “I vaccini vanno avanti, i contagi calano, tutte le attività hanno avuto la loro possibilità” è il ragionamento del sottosegretario che specifica: “E’ una questione di coerenza: ora abbiamo gli strumenti, con prudenza si può riaprire”.  L’ipotesi è dunque quella di ripartire, cominciando con i locali all’aperto. “Sarebbe un’idea,  già luglio per me è il mese giusto” sottolinea Costa anche se “bisogna individuare dei parametri oggettivi e tener conto delle specificità”.

Per riaprire le discoteche servono quindi nuovi protocolli.
“Non possiamo riaprire commettendo l’errore di usare il criterio del distanziamento – sottolinea Costa –  La discoteca è il luogo in cui per definizione è impossibile mantenerlo. Bisogna ragionare su altri parametri, come capienza ridotta e un monitoraggio rigido. E’ impensabile che non si garantisca una tracciabilità reale di chi le frequenta. E’ il solo modo per avere ingressi in sicurezza”.