Omicidio premeditato. Questa l’accusa per i genitori di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa. Indagati anche lo zio ed i cugini

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Un'auto dei carabinieri

Omicidio premeditato. E’ questo il capo d’imputazione per i genitori, lo zio e due cugini di Saman Abbas, la ragazza scomparsa il 29 aprile scorso da Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Di lei si sono perse le tracce, e le indagini si sono subito concentrate sul nucleo familiare.

Uno dei motivi della scomparsa, secondo gli inquirenti, era il rifiuto ad un matrimonio combinato, ma il padre aveva negato. Anzi. Aveva cercato di tranquillizzare tutti, in primis l’opinione pubblica, dichiarando che la figlia era viva ed in Belgio, e di averla sentita pochi giorni fa. Ma qualcosa non tornava, e le indagini sono andate avanti a ritmo sostenuto. Intercettazioni ambientali, visioni di filmati delle telecamere a circuito chiuso della zona, fino ad una prima svolta: le immagini di un gruppo di persone, successivamente identificate nello zio della ragazza e nei suoi cugini, che si allontanano con lo zaino della giovane sulle spalle, e pale in mano. In un altro frame diffuso dai Carabinieri, tre persone con in mano una pala, un secchio con sacchetto ed un altro attrezzo camminano distanti l’una dall’altra. Le stesse persone identificate nel primo filmato. Per gli investigatori, andavano a scavare la fossa in cui si troverebbe il corpo di Saman. Tra l’altro, in una chat, lo zio della ragazza avrebbe parlato di ‘un lavoro fatto bene’. Motivo in più per la Procura di sospettare l’omicidio.

Molto chiara la procuratrice di Reggio Emilia, Isabella Chiesi: “Purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c’è la ragazza”. Poi la Pm ha aggiunto: “Presto per indicare l’autore materiale del delitto, visto che non conosciamo neanche la modalità”.