Pfizer: ancora ritardi per i vaccini. La Moratti chiede la distribuzione in basa al Pil regionale

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Ancora ritardi per i vaccini. Dall’azienda farmaceutica Pfizer arriva una nuova frenata unilaterale nella consegna dei vaccini destinati all’Italia. Dopo il taglio di 165 mila deciso venerdì, ieri le dosi arrivate sono state 103 mila, mentre per questa settimane se ne attendevano 397.

Oggi sulle 294 mila spedizioni previste, ne sono arrivate appena 53 mila. Altre 241 mila in consegna nella giornata di domani, sempre che non emergano altri inconvenienti per la tabella di marcia.

Per far fronte alla nuova situazione oggi ci sarà una riunione convocata dal governo con le Regioni, presenti i ministri Speranza e Boccia e lo stesso Arcuri. Le Regioni hanno già scritto al commissario chiedendo un intervento e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di “meccanismo di solidarietà” in base al quale chi ha più dosi nei magazzini le cederebbe alle regioni che ne hanno meno e devono fare i richiami.

Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri parla di “ulteriore incredibile ritardo” mentre dalla Lombardia, il neo assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, chiede distribuzione in base al Pil regionale.

La replica di Beppe Sala: “Ci sono mattine in cui ti possono cadere le braccia: il tuo Paese in preda a una crisi politica difficile da decifrare e nel momento sbagliato, la tua Regione che chiede l’assegnazione dei vaccini in base al Pil”. Così il sindaco di Milano, ha commentato sulla sua pagina Instagram la richiesta della Moratti, di rivedere i criteri di distribuzione delle dosi di vaccino anti-Covid.

Categorico il ‘NO’ di Roberto Speranza: “Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”: questo il commento del ministro della Salute.

A Roma, vaccini per 8mila medici liberi professionisti. Da sabato sono iniziate le vaccinazioni per gli oltre 8mila medici e odontoiatri liberi professionisti, iscritti all’Ordine professionale, specializzandi e altre situazioni professionali che non prevedano un rapporto strutturato con il Servizio sanitario regionale. “Siamo stati i primi a sottolineare la gravità dell’esclusione di queste figure professionali della prima fase vaccinale – ricorda l’Ordine della Capitale -. Ora, grazie anche alla sensibilità della Regione Lazio, abbiamo corretto l’errore e messo fine a questa ingiusta discriminazione”.