Zaia vs Pfizer: “vergognosi i ritardi. Veneto parte lesa”. Arruolati 3 mila medici di base per i vaccini

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Il taglio non preventivabile del 53% nella fornitura dei vaccini Pfizer-Biontech scatena le ire del presidente della Regione Veneto e, soprattutto, mette a rischio il “secondo giro” – quello del richiamo – di dosi da somministrare al personale sanitario degli ospedali e delle Rsa venete, compresi gli ospiti grandi anziani. Luca Zaia definisce come “vergognoso” il comportamento dell’azienda statunitense che distribuisce il siero antiCovid in Europa, ma senza rispettare gli accordi mettendo a repentaglio il piano di vaccinazione. Inoltre vengono chieste spiegazioni sulla ripartizione dei “tagli” e sui criteri adottato.

La seconda notizia nonchè tema del giorno è legata all’ok accordato dai rappresentanti di categoria dei medici di medicina generale sulla somministrazione dei vaccini in larga scala, al di fuori dell’ambiente ospedaliero. Dopo i tamponi, insomma, anche le dosi andranno in mano ai medici di famiglia. Circa 3 mila i potenziali aderenti in Veneto. Sul calo contagi: “Nessun clima di esaltazione per queste diminuzioni – così Zaia – rimane la stessa preoccupazione perchè il Covid ci ha abituati a cambi di scena repentini. Tutto dipende da noi, ci deve essere un rispetto ossessivo delle regole”.

“Sul taglio dei vaccini Pfizer è vergognoso quello che sta accadendo – ha sbottato Zaia ieri nel consueto punto stampa di Marghera -. Non si può fare un piano di forniture, che si traduce in un piano vaccinale sul territorio, in appuntamenti fissati e in organizzazione, e ci venga poi detto che vengono sospese le forniture del 53%. Inoltre alcune regioni hanno tagli zero, altre ‘moderati’ non invasivi, e altre sono letteralmente azzoppate. Se viene a mancare anche solo una dose la prossima settimana, noi rischiamo di far saltare i richiami. Noi non abbiamo fatto contratti con Pfizer, siamo parte lesa ma non controparte giuridica. Il commissario Arcuri mi ha riferito che sulla destinazione dei ‘tagli’ ai vaccini ha deciso Pfizer, vorrei capire quale principio o ‘algoritmo’ hanno usato per tagliarci il 53% della fornitura. Mi sembra inquietante che questi taglino arbitrariamente e poi decidano a chi dare le nostre fiale. Spero vivamente che a livello nazionale si vada giù duri e pesanti e di adire le vie legali su una questione come questa, che non può restare impunita”.

In attesa dell’acquisizione imminente – almeno secondo i piani – su larga scala dei sieri prodotti da Moderna e, previa approvazione definitiva del 29 gennaio, di Astrazeneca, prosegue l’ingaggio di operatori autorizzati alle inoculazioni. Annunciata sempre ieri l’entrata dei medici di Medicina Generale in maniera organica nella “squadra” della sanità veneta per l’erogazione del vaccino antiCovid. “Da parte loro abbiamo trovato disponibilità – continua il governatore regionale – a far parte di questa grande operazione di salute pubblica. Saranno un aiuto prezioso per raggiungere l’obbiettivo comune, che è quello di vaccinare quante più persone possibile nel minor tempo possibile. Tutti sanno del momento di difficoltà determinato dalla marcia indietro della Pfizer sulle tempistica delle forniture ma se, come tutti speriamo, l’Ema darà il via libera al vaccino Astrazeneca entro fine mese, potremo dare una forte accelerazione alle vaccinazioni e, a quel punto, il loro apporto dei Medici di Medicina Generale sarà insostituibile, anche per il rapporto umano e la conoscenza diretta dei loro assistiti”.

Come noto dallo scorso fine settimana in questa fase si sta procedendo all’erogazione delle seconde dosi, poi toccherà agli ultraottantenni attraverso punti erogazione individuati dalle singole Ulss o a domicilio per i più fragili. “L’ambizioso obbiettivo – conclude così Luca Zaia – consiste nel completare  finire la campagna vaccinale entro l’estate.