Riace ancora nell’occhio del ciclone: indagata anche l’aspirante sindaco legata a Mimmo Lucano

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Il comune di Riace 2.309 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria ancora nell’occhio del ciclone e ad una settimana esatta dalle amministrative. Dopo Mimmo Lucano, anche Maria Spanò, l’aspirante sindaco a capo della lista in cui è candidato lo stesso Lucano, è stata messa sotto indagine dalla procura di Locri.

E’ accusata di aver indebitamente rilasciato la carta d’identità a due cittadini stranieri, a detta dei magistrati privi dei requisiti. La Spanò nei giorni scorsi ha ricevuto un avviso di conclusione indagini.

Per la candidata la tempistica è molto strana e precisa: “Non si tratta di una nuova inchiesta, ma di uno stralcio del primo filone, diviso da quello principale per problemi tecnici”.
“Ci sono tutta una serie di aspetti molto curiosi in questa vicenda giudiziaria che preferisco non commentare – aggiunge poi la Spanò – Mi limito a dire che ho firmato centinaia di carte di identità, non solo quelle che mi contestano e che non tocca certo al sindaco, al suo vice o all’amministratore autorizzato al rilascio, svolgere istruttoria e controlli per le carte di identità.

A noi arriva l’incartamento già pronto, la firma, come in tutti i Comuni, è solo un passaggio formale”. Tutte cose – annuncia – che, accompagnata dal suo legale, nei prossimi giorni spiegherà al giudice, dal quale ha chiesto di essere ascoltata.

Insieme a Maria Spanò, nel “filone – stralcio” sono indagate altre due persone e per reati ben più gravi. Si tratta di Annamaria Maiolo e Valentina Micelotta, entrambe attive nell’amministrazione e gestione del “sistema accoglienza” a Riace. Un modello e un punto di riferimento anche oltre i confini nazionali per i più, un sistema criminale basato su “artifizi e raggiri” per la procura di Locri.

Un’ipotesi però cassata dalla giudice per le indagini preliminari, che ha bollato come infondate le accuse, ma di cui i magistrati sono convinti, tanto da aver chiesto e ottenuto il processo per Lucano e altre 26 persone.