Rigopiano, processo rinviato a novembre. Familiari delle vittime chiedono risarcimenti

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Rinviato al 17 novembre il processo d’appello bis per la strage di Rigopiano, avvenuto il 18 gennaio del 2017, che si sta svolgendo a Perugia. L’udienza di oggi è stata caratterizzata dalla relazione della giudice a latere della Corte d’appello che ha ricostruito i fatti e l’iter giudiziario.

Nella prossima è in programma la requisitoria del sostituto procuratore generale Paolo Berlucchi. La Corte valuterà in quell’occasione eventuali istanze delle parti che comunque al momento non sono state presentate.

L’elemento nuovo, per questo procedimento, è quello della prevenzione. Secondo i giudici della Cassazione, i funzionari regionali avrebbero dovuto applicare la legge che li obbliga a redigere la carta localizzazione pericolo valanghe. Un documento che, sostengono i giudici, avrebbe potuto scongiurare sicuramente la tragedia, in quanto l’hotel sarebbe stato con ogni probabilità chiuso durante i mesi invernali.

Da qui la rimodulazione alla sentenza di secondo grado con la richiesta di un nuovo processo, in particolare, per sei dirigenti della Regione Abruzzo, assolti nei precedenti gradi, sull’ipotesi di reato di disastro colposo, per la mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe. A giudizio, ma per altri reati che sono destinati, tra l’altro, alla prescrizione, l’ex sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per il quale era stata annullata la sentenza di condanna, il tecnico comunale Enrico Colangeli e i due funzionari della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio. Riguardo gli altri imputati, la Cassazione ha confermato l’assoluzione dell’ex prefetto Francesco Provolo e di un dirigente della Prefettura, Leonardo Bianco, dall’accusa di depistaggio, confermando la condanna per i delitti di omissione di atti d’ufficio e falso ideologico – in via di prescrizione – e confermato le condanne per l’ex gestore dell’hotel e per il geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell’albergo stesso per i reati di falsità ideologica.

Quella notte morirono 29 persone. Oggi in aula i familiari delle vittime hanno indossato quasi tutti magliette con le immagini dei loro cari deceduti. Hanno chiesto alla Regione Abruzzo di avviare l’iter per i risarcimenti, che ammontano a 50 milioni di euro complessivi.