Sanità, 35mila no-vax tra gli operatori sanitari: dal trasferimento al licenziamento le ipotesi sul tavolo

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C’è un nodo che il Governo deve sciogliere al più presto. E’ quello che riguarda quegli operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi contro il coronavirus. Gli ultimi casi di cluster generati da personale no-vax in particolare in Liguria, ma anche i recenti avvenimenti di Napoli, dove 6 operatori sanitari su 10 non si sono presentati alla convocazione per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, hanno reso stringente il raggiungimento di una soluzione. Attualmente sarebbero circa 35mila gli operatori no-vax.

Le ipotesi sul tavolo vanno dal trasferimento ad altre mansioni, al licenziamento. L’unica certezza al momento è che non possano avere contatti con i pazienti. “Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo” ha dichiarato proprio il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ovviamente qualsiasi decisione verrà presa, avrà comunque delle pesanti ricadute su un personale sanitario, specialmente ausiliario, già fortemente al di sotto delle esigenze nazionali.

Inoltre, si profila all’orizzonte anche uno scudo penale per i medici e gli infermieri che effettuano le vaccinazioni, fatti salvi i casi di colpa grave. Contemporaneamente si valuta di ampliare la platea degli indennizzi per chi a seguito del vaccino subisce lesioni permanenti.

Tutto questo dovrebbe essere inserito in decreto legge a cui lavora la ministra Marta Cartabia, con la probabile collaborazione del ministero del Lavoro Andrea Orlando e del dicastero della Salute. Proprio la Cartabia, in qualità di giudice costituzionale, firmò una delle sentenze con cui la Consulta ha sostenuto la legittimità dell’obbligo vaccinale, in quel caso contro il morbillo.

Gianni Rezza: “Un operatore sanitario dovrebbe considerare un diritto e un dovere la vaccinazione”. Questo il parere del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza durante la conferenza stampa al Ministero della Salute. “Non si dovrebbe neanche arrivare a una legge per l’obbligatorietà”. Tutto il personale sanitario dovrebbe vaccinarsi, ma “se così non fosse provvedimenti adeguati sono auspicabili”.

Tuttavia il ministro della salute Roberto Speranza sottolinea: “la stragrande maggioranza dei nostri medici e dei nostri infermieri, in maniera del tutto volontaria, ha risposto positivamente, dando anche il buon esempio rispetto all’obiettivo della vaccinazione”.