Vaccini, ok al richiamo con AstraZeneca agli under 60. Preoccupa variante Delta in Russia e Regno Unito

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COVID-19 Coronavirus Vaccine and Syringe with flag of Italy

Il vaccino anti-Covid di Johnson&Johnson potrà essere somministrato anche a persone con meno di 60 anni, in particolari migranti, clochard o residenti in luoghi difficili da raggiungere. La decisione riguardante il vaccino monodose sarebbe dovuta anche ad una più difficile rintracciabilità a livello sanitario. E’ quanto si apprende da fonti governative, alla luce della circolare emanata dal ministero della Salute.

E intanto il ministro della salute Roberto Speranza ha emesso una circolare relativa alla seconda dose del vaccino. Il documento conferma che negli under 60 che hanno avuto la prima dose di AstraZeneca, se rifiutano la seconda con un vaccino a mRna possono essere immunizzati di nuovo con AstraZeneca, dopo aver firmato un consenso informato. Nello specifico si legge: “Qualora un soggetto di età compresa tra i 18 e 59 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria (AstraZeneca), rifiuti senza possibilità di convincimento, il crossing a vaccino a mRNA, il Cts ritiene che, nell’ambito delle indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie del Paese e dopo acquisizione di adeguato consenso informato, debba essere garantita l’autonomia nelle scelte che riguardano la salute dell’individuo”. L’indicazione prioritaria resta comunque quella eterologa.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha inviato oggi una richiesta di parere formale al Comitato Tecnico-Scientifico relativamente alle modalità e ai termini della permanenza dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. E, secondo quanto si apprende in ambienti governativi, il CTS si riunirà la prossima settimana, in un primo incontro, in merito al parere formale su modalità e i termini.
Sale poi la preoccupazione per le varianti diffuse in Europa. Sono tornati a salire i contagi da coronavirus in Russia dove sono state registrate 17.906 nuove infezioni nelle ultime 24 ore, cosa che non accadeva dallo scorso inverno. La variante Delta pesa soprattutto su Mosca, dove si concentrano l’89,3% dei nuovi casi registrati: è stato introdotto l’obbligo di vaccinazione per i lavoratori del terziario e i dipendenti pubblici e si sta valutando l’estensione ad altre categorie di cittadini e ad altri territori. In Gran Bretagna ha provocato il picco di contagi da 4 mesi. Il ministro della salute Speranza ieri ha disposto infatti il ritorno di una quarantena di 5 giorni e del tampone obbligatorio per chi viene in Italia dal Regno Unito. La circolazione della variante Delta sarebbe anche all’origine dei numeri alti dell’epidemia in Spagna e Turchia, dove la curva non riesce ancora a piegarsi.
La variante Delta al momento invece non costituisce un particolare pericolo per l’Italia. Anna Teresa Palamara, a capo del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, dichiara: “In Italia ad oggi la variante predominante è la Alfa, quella inglese, identificata nell’80% dei casi, la Delta invece resta sotto l’1% di incidenza.