Violenza sessuale, genitori cedono la figlia 14enne al padrino per cibo e soldi: tre arresti

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Una bambina di 14 anni è stata ceduta dai suoi genitori al padrino della cresima e con lui è stata costretta a convivere e ad avere rapporti sessuali in cambio di denaro e cibo. Un orrore andato avanti per chissà quanto tempo, scoperto oggi dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, grazie ad alcune intercettazioni. Per i due genitori che hanno usato la loro figlia come merce di scambio sono subito scattate le manette. Stessa cosa è accaduta al padrino della minorenne.

Nei confronti di tutti e tre gli indagati – con età tra i 41 e i 49 anni – è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’ipotesi di una lunga serie di reati: concorso in riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale. Nella casa del padrino le forze dell’ordine hanno trovato anche armi e munizioni, incluso un fucile con le canne mozzate e una rivoltella 375 Magnum.

La Dda di Catania ha definito il comportamento dei genitori in modo chiaro, parlando di “spregevoli condotte” nei confronti della 14enne. Le intercettazione hanno contribuito a fare emergere “un contesto familiare assai degradato nell’ambito del quale il padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia poteri corrispondenti al diritto di proprietà, inducendola con violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale con il suo padrino di cresima”.

Dalle conversazioni sono emerse anche le minacce subite dalla piccola. Stando alle informazioni ottenute da chi indaga sul caso, i suoi genitori la picchiavano e la rimproveravano affinché si “comportasse bene” con l’uomo al quale era stata ceduta. Un altro episodio di cui si ha notizia consiste nelle violente minacce del padre nei confronti di un’assistente sociale intervenuta per problemi di dispersione scolastica relativi all’altra figlia più piccola.