Coronavirus, 4 i ricoveri al San Bortolo, uno in terapia intensiva. Casi a Schio e Breganze

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Sono saliti a quattro i pazienti ricoverati per il nuovo Coronavirus all’ospedale San Bortolo di Vicenza: tre più di ieri e uno è ricoverato in terapia intensiva per insufficienza respiratoria. Lo rende noto l’Ulss 8 Berica nel bollettino di oggi (ore 13). Dei quattro ricoverati, due provengono da un’altra Ulss e uno ha effettuato il tampone nella Ulss di residenza ed è poi stato trasferito al San Bortolo.

Sono invece 4 le persone positive ma senza sintomi che si trovano in isolamento domiciliare, in buone condizioni di salute, seguiti costantemente dal sistema sanitari. Oltre a loro, sono in isolamento anche 13 familiari stretti dei ricoverati (per un totale di 17 persone in sorveglianza attiva). I tamponi positivi sono passati infatti nell’Ulss Berica da 5 a 7 in un giorno (a fronte di soli 5 nuovi tamponi eseguiti ieri 2 marzo).

Il sindaco di Trissino, Davide Faccio, nel pomeriggio ha confermato che un giocatore dell’hockey Trissino è risultato positivo al test da Coronavirus. “Mi sono messo in contatto già da questa mattina con l’Ulss 8 Berica e il direttore generale Pavesi: le misure prese sono l’isolamento della squadra fino al 13 marzo prossimo. Voglio tranquillizzare la popolazione perché la situazione è sotto controllo e costantemente monitorata dagli organi sanitari. Non c’è nessun divieto e tutte le altre attività sportive possono proseguire normalmente secondo le indicazioni date nei giorni scorsi. Chiedo ai cittadini di mantenere la calma”.

Due i casi positivi al test per quel che riguarda il territorio dell’Ulss 7 Pedemontana. Il sindaco di Breganze, Piera Campana, ha avvisato la cittadinanza del contagio di un 27enne: si tratterebbe proprio del giocatore dell’hockey Trissino, ora ricoverato all’ospedale di Vicenza (sarebbe quindi uno dei quattro ricoverati nel nosocomio berico, per la precisione quello con un tampone effettuato presso un’altra Ulss).

Il Comune di Schio ha a sua volta confermato un caso di positività sul suo territorio: si tratta di un ultrasessantenne (residente in Lombardia e domiciliato nel Vicentino) con gravi patologie neurologiche pregresse e ricoverato da una quindicina di giorni nel reparto di neurologia dell’ospedale di Santorso per altri problemi sanitari e posto poi in isolamento in quanto trovato positivo al Covid-19. Nelle ultime ore è stato trasportato, per poter essere seguito meglio, all’ospedale di Negrar, a Verona. Sono stati una decina, dall’inizio della crisi, i tamponi effettuati a Schio. Entrambi i test sono in attesa di validazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. “Gli operatori sanitari – comunica il sindaco Valter Orsi – stanno compiendo tutti gli accertamenti del caso seguendo il protocollo previsto. Chiedo, in questo particolare momento, di mantenere la calma e seguire le indicazioni fornite dai diversi siti istituzionali, prestando la massima collaborazione”. 

La Direzione dell’Ulss 7 Pedemontana a scopo precauzionale ha disposto la sorveglianza domiciliare per circa 60 operatori sanitari (medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici) venuti a contatto con lui: tutti al momento risultano asintomatici. La sorveglianza è stata estesa anche a quattro degenti con cui il paziente ha condiviso la stanza negli ultimi giorni, anch’essi asintomatici. Alla luce della temporanea carenza di personale, “la Direzione – comunica una nota Ulss 7 – sta rimodulando le attività al fine di garantire l’assistenza ai degenti e la gestione delle urgenze, con la possibilità di rimandare prestazioni non urgenti e con l’eventuale supporto degli ospedali limitrofi”.

Uno dei ricoverati al San Bortolo risiede invece a Montecchio Maggiore: lo ha reso noto il sindaco Claudio Trapula, che ne ha avuto conferma oggi da parte dell’Ulss 8 Berica: si tratta di un uomo che ha contattato le strutture sanitarie da un domicilio del territorio castellano, ma che non risulta residente in città. “Siamo in costante contatto con l’Ulss 8 – spiega Trapula – e le autorità sanitarie ci comunicano che allo stato delle cose non c’è alcun motivo di allarme e non sussiste alcuna emergenza sanitaria nella nostra città”.

Durante la seduta di oggi della Quinta Commissione consiliare in Regione, l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin, ha aggiornato i consiglieri sull’emergenza Coronavirus in Veneto. “Il bollettino aggiornato a questa mattina, alle ore 9 – ha esordito Lanzarin – attesta che sono 307 le persone positive, quindi più 16 unità rispetto ai dati di ieri sera; 68 pazienti sono ricoverati, 18 dei quali si trovano in terapia intensiva. Tutti gli altri positivi sono asintomatici, e vengono monitorati e seguiti a domicilio. I tamponi effettuati sono 9.872 e siamo la regione che ne ha fatti di più, in assoluto; tengo a sottolineare che, a fronte dell’elevato numero di tamponi fatti, siamo la regione con il dato di incidenza più basso di contagiati. Lo screening di Vo’ è stato quasi ultimato e i positivi nella cittadina euganea sono 88: rimane quindi il cluster principale, la sola zona ‘rossa’ nella regione”.

“Continuano le operazioni – ha informato ancora l’assessore – per rifornire i diversi presídi, a iniziare dalle mascherine (sono sufficienti quelle chirurgiche quindi senza filtri). Il ministero della Salute e l’Unità di crisi ci hanno chiesto di mettere a disposizione ulteriori posti letto, in terapia infettiva e in terapia intensiva; ci siamo già attivati in tal senso per farci trovare pronti in caso di eventuale futura necessità. Il Dpcm varato domenica 1° marzo ha previsto un’altra settimana di chiusura nelle regioni maggiormente colpite, tra cui il Veneto, con le restrizioni ivi elencate. Giovedì, il provvedimento verrà aggiornato in base all’evolversi della situazione. Il ministro Speranza ha previsto che fra una settimana circa si potrà capire se le misure adottate fino ad oggi avranno avuto un effetto concreto nel contenimento del virus. Il Veneto ha già attuato un piano per 205 assunzioni negli ospedali al fine di fronteggiare l’emergenza”.