In carcere due anni dopo la rapina al supermarket: 35enne arrestato post sentenza

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Due anni e mezzo di carcere all’orizzonte a poco meno di due anni dalla rapina portata a termine in un supermarket di Rosà. E’ arrivata la sentenza di colpevolezza e a distanza di due settimane anche l’arresto “a domicilio” per un 35enne vicentino, ritenuto dal giudice come uno degli artefici di un assalto col punteruolo ai danni del punto vendita In’s di via Mazzini. Era il 21 ottobre del 2021, un giovedì sera, nei minuti corrispondenti all’orario di chiusura delle casse.

Ad agire furono in due. Una coppia di malviventi, con il solo D.Z. – il Comando Carabinieri ha rese note le sole iniziali e l’età del soggetto – a venire alla fine riconosciuto, usarono le maniere forti per sottrarre 400 euro a una delle commesse del supermercato, spingendola sul pavimento con violenza.

La denuncia in merito alla rapina portò ad approfondire indagini sulla base dei filmati interni di videosorveglianza e anche su quelli realizzati tra le strade attigue, dopo aver individuato una Renault Scenic come mezzo per la fuga dei due furfanti che avevano fatto perdere le loro tracce. Prima di “sparire”, i due avevano manomesso una delle casse – già chiuse – ma erano stati scoperti da una delle dipendenti intente alla chiusura dell’esercizio commerciale, poi minacciata con il punteruolo in mano a uno dei due uomini – entrambi con volti travisati – e aggredita con un violento spintone. Non riportò lesioni gravi nell’occasione.

Un equipaggio di carabinieri in forza alla stazione di Rosà

Sono serviti quasi due anni, tra la fase di indagine e soprattutto quella di giustizia in aula, per giungere alla condanna del duetto riconosciuto come uno dei due rapinatori. Il 35enne vicentino, in seguito alla procedura di patteggiamento, è stato condannato all’espiazione in carcere di una pena di 2 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione. A cui aggiungere una multa di 600 euro, poco più dell’ammontare del maltolto di allora. Nei giorni scorsi sono stati gli stessi Carabinieri bassanesi a suonare alla porta del condannato, prendendolo in consegna per trasferirlo in cella al San Pio X di Vicenza, dopo l’ordine esecutivo di cattura.