Week end di ricerche in Marmolada a un mese dalla tragedia costata la vita a 11 alpinisti

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Un briefing prima delle ricerche (archivio)

A distanza di due settimane dalla loro interruzione a causa del caldo e dopo il rinvenimento dei corpi degli 11 alpinisti morti a causa del distacco di di un seracco dal ghiacciaio della Marmolada, sono riprese venerdì e risultano in corso anche domenica le ricerche in quota di effetti personali ed eventuali resti umani. A Canazei è stato allestito un campo base, con un vasto gruppo di circa 15 esploratori a risalire fin sotto l’area sotto la zona di Punta Rocca interdetta al pubblico dallo scorso 3 luglio.

Quel tragico giorno era una domenica, fattore che ha contribuito alla strage vista l’alta affluenza di appassionati di montagna. Un dramma senza precedenti in Veneto avvenuto nel primo pomeriggio di una giornata caratterizzata da temperature calde che nei giorni successivi avevano impedito l’intervento via terra dei soccorritori. Questo per il pericolo serio e concreto di altre valanghe.

Le perlustrazioni a tappeto nella “zona rossa”, dopo i sorvoli, erano stati autorizzati solo una decina di giorni dopo dopo aver studiato un piano di intervento in sicurezza. Salvo poi interromperli fino a venerdì. Lo scopo della spedizione elitrasportata in loco e composta da Soccorso alpino, vigili del fuoco, carabinieri e Guardia di Finanza, è raccogliere qualsiasi reperto rimasto sotto il miscuglio di ghiaccio in parte disciolto, pietre e terra che ha travolto per un fronte di 300 metri a valle qualsiasi cosa si trovava al di sotto del punto di distacco. Previsto anche l’impiego di unità cinofile.

Per restituire ciò che manca ancora all’appello alle famiglie delle 11 vittime – di cui sette vicentine – e scongiurare qualsiasi forma di turismo macabro alla futura riapertura dei sentieri e percorsi tra le rocce chiusi in seguito alle ordinanze comunali. Se l’area della Marmolada è stata riaperta almeno sul fronte veneto, rimane vietato l’accesso al ghiacciaio ritenuto ancora a rischio di distacchi di calotte di ghiaccio.

Soccorritori al lavoro (archivio)

Equipaggiati con picconi e altri utensili da scavo, sarebbero una trentina gli operatori al lavoro: recuperato nelle scorse uno zainetto con all’interno anche i documenti di una delle vittime. Le operazioni si sono concluse nell’ambito dell’ultimo fine settimane di luglio, e non è escluso che possa venire programmata una nuova tornata nel futuro prossimo. Ieri, in ricordo e in omaggio agli undici alpinisti morti sulle Dolomiti, a quota 2 mila metri è stato dedicato loro un concerto a Falcade (Belluno) con oltre mille spettatori presenti.