Covid: un anno senza teatri, cinema, concerti e danza raccontato in radio

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Sono passati più di tredici mesi dall’ultima volta che le iconiche poltroncine rosse di teatri e cinema hanno accomodato gli amanti degli eventi live. Al silenzio dei palchi e degli schermi si aggiunge quello delle sale da ballo, dei negozi di dischi, dei tantissimi club che non hanno più sentito echeggiare la musica o visto le persone ballare. Il mondo dello spettacolo è stato avvolto da tanta tristezza, incertezze, malincuore che però sono stati accompagnati da altrettanto ottimismo e speranza in una ripartenza che sembra molto vicina. Questo è quello che è emerso dalle storie dei tantissimi ospiti che hanno partecipato alla puntata di We Love Italia dedicata al mondo dello spettacolo: tutti hanno tanta voglia di tornare ad esibirsi, a far ballare ma soprattuto accogliere le persone e far provare di nuovo tutta quella gamma di emozioni che scaturiscono dall’arte, dalle immagini e dai suoni.

Lo studio di Radio Eco Vicentino ha accolto gli Sthereo, band tutta vicentina insieme dal 2017 che nel gennaio 2021 ha pubblicato il nuovo EP “Il rumore del caffè”. “Fare musica è molto difficile di questi tempi – ha raccontato il bassista Fabio Disconzi – noi siamo fortunati perchè abbiamo una sala prove nostra ma finchè la situazione non migliora siamo costretti ad aspettare soprattuto per iniziare e programmare progetti futuri”. Al gruppo vicentino manca soprattuto esibirsi e sperano che la bella stagione li aiuti a tornare sul palco: “Il 17 luglio saremo a Cornedo Vicentino per un concerto drive in di beneficenza organizzato dal comune e dalla pro loco – ha detto con entusiasmo Fabio – questo evento è una versione moderna del drive in cinema, le persone potranno assistere al concerto dalle loro auto rispettando cosi le regole del distanziamento”.  

Una protesta dei lavoratori dello spettacolo a Vicenza

Se il mondo della musica live sta compiendo i primi passi per un riavvio, anche se lentamente e con cautela, i negozi di dischi e Dvd vivono ancora ai ritmi delle zone rosse e arancione e dei dpcm. Stefano Branco è il titolare di Filmusica, uno dei sei negozi di dischi in tutto il vicentino: “Secondo il governo, la musica e i film non sono essenziali in zona rossa – ha spiegato Stefano – e quindi rimaniamo chiusi”. Il mercato dei dischi, già in crisi ormai da un decennio, sta subendo perdite preoccupanti a causa del Covid ma Stefano non si scoraggia: “La vendita nel mio piccolo è rimasta costante negli ultimi anni nonostante i servizi di streaming. Molti dei miei clienti sono appassionati e collezionisti come me che vogliono la copia fisica. I vinili  per esempio hanno compensato il calo della vendita dei CD”. Stefano sta combattendo contro la crisi calzante del sistema discografico che sta colpendo il settore dalla produzione alla distribuzione facendosi portavoce della petizione “La Musica è cultura” lanciata da Discoteca Laziale: “Nessuno parla dei negozi di dischi. Oltre alla riapertura – ha spiegato Stefano – vorremmo che la tassazione sulla musica, essendo cultura, sia equiparata ai prodotti editoriali e quindi abbassata al 4%“.

Nell’industria musicale c’è chi produce musica, chi la rivende ma c’è anche chi la fa ballare. Radio Eco Vicentino ha chiamato Fabio Facchini, rappresentante di Vicenza e provincia del Silb, Sindacato Italiano Locali da Ballo, altro gruppo fortemente messo in crisi dalla pandemia: “È molto difficile per noi, un anno di vane promesse – ha detto Fabio – con l’ultimo decreto Draghi abbiamo ricevuto compensazioni che coprono solo il 2% di perdite subite quest’anno”. Queste sono misure che permettono a pochi locali, o quasi nessuno, di sopravvivere senza indebitarsi: “Si parla di un 30% di locali destinato a sparire. Se non si apre quest’estate arriveremo al 50%“. I numeri sono preoccupanti, un intero comparto rischia di sparire e altrettante persone perderanno il lavoro. “Il nostro settore non è soltanto discoteca e mondo della notte per dizione – ha ricordato Fabio – ma sono luoghi sicuri che permettono ai giovani di divertirsi in piena sicurezza. Siamo in lotta con il ministro Franceschini perché la discoteca è anch’essa cultura: all’interno produciamo musica grazie alle esibizioni di dj che sono artisti a tutti gli effetti: anche noi produciamo arte”.

Foto Facebook Metropolis Cinema

Il mondo della musica non è l’unico settore delle arti che sta vivendo un momento di crisi come ci ricorda il titolare del Metropolis Cinema Luca Proto. Il multisala di Bassano è una struttura con ben sette schermi e quasi un migliaio di posti a sedere che da lavoro a quindici dipendenti: “Siamo chiusi dal 23 febbraio 2020 – ha ricordato Luca –  siamo riusciti a riaprire verso la fine di giugno però mancavano i film e la paura di contagiarsi era alta. Abbiamo faticato tutta l’estate soprattutto per la mancanza di film da mostrare”. A settembre sono giunte le prime notizie positive: l’arrivo di alcuni film importanti e tanto attesi. Con la ripartenza dell’industria cinematografica è ripartita purtroppo anche la seconda ondata: “Abbiamo dovuto chiudere di nuovo – ha detto Luca – abbiamo ricevuto dei ristori che ci hanno aiutato ma mi metto nei panni delle persone che lavorano: la cassa integrazione copre parzialmente lo stipendio dei nostri dipendenti ma rimango fiducioso per il futuro. Ci sono già in programma alcuni film per l’estate come il nuovo Top Gun e Fast and Furious. Speriamo di rivederci presto su questi schermi”.

Un augurio che viene condiviso anche dal direttore artistico della compagnia teatrale La Piccionaia di Vicenza, nata a Valdagno grazie alla famiglia Carrara e trasformatasi negli anni in un centro di produzione teatrale con una cinquantina di dipendenti che non solo gestisce il Teatro Astra di Vicenza ma collabora con altre realtà teatrali come quella di Valdagno e Marostica. “Non ci saremmo mai immaginati di sospendere tutto – ha raccontato al telefono Carlo Presotto – “l’unica volta che sono stati sospesi gli spettacoli fu nel 1919 per tre mesi a causa dell’epidemia di Febbre Spagnola. Gli spettacoli non sono stati fermati neppure durante la guerra e le catastrofi perchè “the show must go on”, le  persone hanno bisogno dell’arte soprattuto nei periodi più difficili”. Anche il team de La Piccionaia si è adattato alle normative Covid continuando a lavorare online producendo video, podcast e audiovideo anche per organizzazioni in giro per l’Europa ma la speranza è quella di tornare al più presto sotto l’occhio di bue.

Laura Morante, di spalle, al Teatro Comunale di Thiene vuoto

Il messaggio più speranzoso dell’appuntamento con We Love Italia è arrivato da Maria Carbognin, coreografa, ballerina e istruttrice di pilates che oltre ad aver lavorato con Brian & Garrison, è stata supporter di Annalisa Minetti, è salita sul palco insieme ai Pooh, ha lavorato con Gigi Proietti e grazie alla sua grandissima passione per la danza ed il movimento ha aperto anche una scuola: “Il problema delle scuole sono gli affitti o i mutui – ha spiegato Maria – Quando siamo ripartiti lo abbiamo fatto con dei distanziamenti notevoli: non abbiamo più potuto allenarci con le sale piene di persone quindi abbiamo dovuto lavorare di piú con un numero ridotto di ballerini. Gli orari di frequenza però sono sempre gli stessi e di conseguenza abbiamo perso due terzi dei clienti ma gli affitti rimangono gli stessi. Siamo ancora chiuse dall’ultima settimana di ottobre e rimarremo chiusi per chissà quanto”. Il scuole di danza non riescono più a garantire lo stesso servizio di un anno fa a tutti gli iscritti a causa dei rigidi protocolli di distanziamento. Maria però non si è demoralizzata continuando a trasmettere dai cinque ai sei show su QVC di aeropilates e lavorando online tramite delle dirette: “Il Covid non può fermare i sogni”.

Sicuramente il Covid non ha fermato la determinazione e speranza dell’assessore alla cultura di Thiene Gabriella Strinati che, consapevole della sofferenza causata dalla chiusura di tutti questi luoghi d’incontro e scambio culturale, sta lavorando a dei progetti per l’estate: “Abbiamo già pronta una programmazione per i prossimi mesi che sta attendendo il via libera – ha detto con decisione l’assessore – a Thiene ci sarà di nuovo vita e cultura, le persone potranno incontrarsi ed assistere a qualcosa di bello”.