Spettacolando – L’amore senza tempo nelle notti di Holt al Comunale di Vicenza

Il 28 e 29 marzo al Teatro Comunale di Vicenza, è andato in scena “Le nostre anime di notte” tratto dal romanzo di Kent Haruf, maestro di storie sussurrate di tempi lontani, scomparso lo scorso decennio.
Dietro la sapiente regia di Serena Sinigaglia, Lella Costa ed Elia Schilton giganteggiano sul palco raccontando una storia di contemporaneità, che mette a nudo limiti e barriere della nostra società.

Ambientato in una Holt che è specchio della vita come la Cabot Cove della Signora in giallo, un pomeriggio Addie telefona a Louis e lo invita a dormire da lui. Entrambi vedovi e anziani e, allora perché no?   spiega Addie a un non poco sorpreso Louis. Ma no, no, non è una proposta sessuale, è solo per non dormire e non svegliarsi da soli, solo per godere della compagnia l’uno dell’altro.
Così Louis, non senza timore e imbarazzo, mette spazzolino e pigiama in una sacca, attraversa la strada e va da  Addie. Per entrare in casa passa dal retro, per non farsi vedere, per evitare di mettere in imbarazzo Addie ed esporla al pettegolezzo della città. Non avrebbero nulla da nascondere, anzi: questo prova a dire Addie, senza immaginare la durezza con cui sarebbero stati trattati in città, nelle settimane a venire. Le voci correranno, ma gli ostacoli più duri da superare verranno dal confronto con figli e nipoti.

In un palco composto da un grande letto, i dialoghi tra i due attori sono intervallati da una voce fuoricampo, dove sono gli stessi Lella Costa ed Elia Schilton a condurci nella storia, riprendendo con rispetto la delicatezza narrativa di Kent Haruf.
In una società cruda come quella che siamo abituati a conoscere, l’amore in età avanzate trova resistenze che vengono con asprezza proprio dal nucleo famigliare originale, dove affetto e possesso si sovrappongono senza mezzi termini. C’è bisogno di bollare ed etichettare ogni comportamento, perché solo così possiamo tentare di manipolare e controllare ciò che avviene intorno a noi.

Amare è rinunciare al controllo stesso, ed è solo forse in età più matura che si riesce a comprenderlo e viverlo appieno. Con la serenità delle imperfezioni, la consapevolezza della vita, e con il rispetto dei corpi che la vita stessa ci ha invitato a imparare.
Gli applausi prolungati sanciscono il successo di uno spettacolo che ci ha fatto entrare in una storia di tutti i giorni, raccontata col ritmo di un tempo che non ci appartiene più: una storia dove è lo stesso concetto di amore a sembrare lontano e allo stesso tempo un punto di arrivo al quale tendere. Dove non sono gli schemi a dettare le regole del comportamento, ma le nostre anime. Di notte.

 

Paolo Tedeschi