Spettacolando – Mille giorni di Baglioni, passando da Padova

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Il 29 e il 30 gennaio Claudio Baglioni è salito sul palco di Padova Fiera per il suo tour d’addio, “A tutto cuore”.

Tu come stai? non è solo una delle sue più belle canzoni, è l’unico modo possibile per iniziare il concerto: davvero Non è cambiato niente e davvero queste due frasi racchiudono il senso di tutto.
E’ un tuffo nel passato immediato, catapultati indietro di quarant’anni senza nemmeno girarci troppo intorno. A chiederci come stiamo, a guardare i cambiamenti, ma sopra ogni cosa a cercare di ricordare chi eravamo e dov’eravamo quando ascoltavamo le sue canzoni.

C’è un’ora e mezza per cercare le risposte, mentre Claudio, che sembra ancora un ragazzino, canta e balla circondato da una compagnia danzante che non smette di incantare. La scaletta ripercorre la sua carriera, passando per Io sono qui, canzone con cui era tornato a cantare a metà degli anni ’90 dopo un bagno di folla stordente, che lo aveva portato a domande alla Marzullo del tipo: sono un uomo giusto, o giusto un uomo?

Il concerto è stato uno spettacolo appariscente, colorato a cui non eravamo preparati, noi che forse desideravamo un incontro un po’ più intimo. Inutile negare che le canzoni a cui tutti siamo più legati, erano quelle “vecchie”. Sono quelle che aspettiamo con ansia, in attesa che lui salga le scale e vada da solo al pianoforte.
E alle prime note già scende una lacrima perché vogliono dire una sola cosa: Quella sua maglietta finaaa che non è una strofa, né un tormentone estivo: è il segno indelebile che solo gli amori adolescenziali lasciano. Quando l’immaginazione era il mondo reale e non la sua rappresentazione. Quando non avevamo il coraggio di dire certe cose e avremmo tanto voluto averlo. Quando eravamo giovani e non conoscevamo il peso delle parole, spesso neppure il loro significato. Avevamo solo voglia di giochi, di mare, di fate; avevamo il fiato per lunghe corse affannate (senza il timore di un infarto), e arrivati al faro… Eh, lì cambiava tutto. Quello era il punto d’arrivo, e non sapevamo ancora che invece era solo quello di partenza.

Eravamo meravigliosamente giovani e avevamo solo voglia d’amare. Forse per questo gridavamo davvero e lo giuro quando non riuscivamo più a trattenerci dal dire a chi ci piaceva tanto: ti amo.
Porta portese spezza la malinconia, ma solo per riprendere fiato, poi si torna dove volevamo essere, tra le note di Avrai, di Non andar Via, tutto d’un fiato fino a Mille giorni di te e di me, a chiederci se ce l’avremmo fatta contro un miliardo di persone, senza davvero voler una risposta.

Se l’inizio era dovuto con Tu come stai?,la conclusione non poteva che essere La vita è adesso, quasi più attuale ora di quarant’anni fa: ma a mezzanotte, salutando Claudio Baglioni, guardiamo ancora al passato, con l’ansia di cercare un bene più profondo.
Grazie Claudio e buon tour – 1000 giorni in giro a tutto cuore te li meriti tutti, perché in un pezzettino del nostro, di cuore, ci sarà sempre spazio per le tue canzoni.

Paolo Tedeschi