Etichettatura anti-spreco, tutto da rifare. Nell’Ue 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari ogni anno

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Per l’etichettatura anti-spreco ipotizzata dall’Ue bisognerà ancora attendere. Nei Paesi dell’Unione, la dicitura sulle confezioni alimentari : “Da consumarsi preferibilmente entro il” non verrà sostituita dalla frase: “Spesso buono oltre”, almeno per il momento.

La misura era tra quelle attese contro gli sprechi alimentari che la Commissione europea presenterà mercoledì 5 luglio. La modifica, di cui si era già parlato a marzo, non ha superato le perplessità dei Paesi membri. In particolare a sollevare dubbi proprio la dicitura “spesso buono oltre” a causa della diversità linguistica, per cui la frase risulta efficace in alcuni Paesi, ma poco chiara in altri.

La presentazione è dunque slittata a data da destinarsi e il lavoro a Bruxelles su un’etichetta anti-spreco prosegue, nonostante sondaggi e consultazioni che la Commissione europea conduce dal 2015.

L’Esecutivo dell’Unione europea, aveva individuato nella nuova dicitura una soluzione per una migliore ‘lettura’ della data di scadenza. Secondo la bozza del provvedimento infatti, “la maggior parte dei consumatori non comprende appieno la distinzione tra le etichette ”da consumare entro” – come indicatore di sicurezza – e “da consumarsi preferibilmente entro” – come indicatore di qualità”.

I numeri dello spreco alimentare:
ogni anno nell’Ue vengono prodotti 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, pari a 127 chili per abitante, con un costo a carico dei Ventisette di circa 130 miliardi di euro. L’intervento sulla data di scadenza era già stato annunciato da Bruxelles nel 2020 con la sua strategia Farm to Fork, una riforma organica, con l’indicazione di origine e stemmi nutrizionali sul modello Nutriscore, di cui però a Bruxelles non si sente più parlare.