Alitalia: ok al “pre accordo” con sindacati. Firma dopo referendum

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Tra Alitalia e i sindacati è stato raggiunto una sorta di “pre accordo”, in cui le parti hanno preso atto di una serie di elementi e concordano su una serie di misure, tra cui la riduzione degli esuberi tra il personale di terra a tempo indeterminato da 1.338 a 980 e la riduzione del taglio degli stipendi all’8%. Il verbale verrà firmato dopo il referendum tra i lavoratori.
Al termine della trattativa il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha detto: “Abbiamo fatto uno sforzo importante e dobbiamo dare atto a tutte le parti di aver messo in campo una disponibilità che dà il senso di attaccamento”. Il ministro ha poi aggiunto: “Per il lavoro mettiamo a disposizione tutte le strumentazioni, è stato uno strumento di accompagnamento”.
Il pre accordo firmato nella notte su Alitalia “è positivo” per il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che però ha aggiunto: “se l’operazione dovesse fallire”, con la bocciatura del referendum tra i lavoratori, “tutti i costi finirebbero sullo Stato”, e si tratta di “più di un miliardo”. L’intesa, ha inoltre aggiunto, consente ad Alitalia di “avere una struttura contrattuale e di costi che la rende più competitiva”.
Susanna Camusso, al termine della trattativa invece ha spiegato: “Abbiamo definito un verbale del confronto che si è svolto in questo periodo, che sottoporremo a referendum vincolante la prossima settimana”. La leader della Cgil ha poi spiegato: “le ragioni del lungo confronto sono la situazione molto critica dell’azienda e le ragioni che ci hanno spinto a continuare, il fatto che bisogna provare a salvarla”.
Per il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, il confronto con l’azienda “è stato un lungo lavoro e credo che abbiamo portato a casa risultati assolutamente importanti”. E ancora: “Abbiamo preso atto che questo era il limite massimo fino a cui si poteva trattare e ci sembra soddisfacente anche per il punto di partenza. Non parliamo più di licenziamenti ma di cig, di utilizzo di ammortizzatori sociali”.