Governo in fibrillazione sulla regolarizzazione di colf e braccianti, ma anche sul Dl Maggio

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

La regolarizzazione di braccianti, colf e badanti spacca il Governo alla ricerca di una difficile quadratura con una trattativa ad oltranza tra i 4 ministri interessati: Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Sud).

Ma Iv minaccia l’uscita dal Governo se non si approverà subito la regolarizzazione.

La ministra Bellanova invece lancia un aut aut: braccianti, colf e badanti devono rientrare. Con un contratto temporaneo per sei mesi, rinnovabile. Per dare una risposta attesa soprattutto dal mondo agricolo, “altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi”, incalza. E non è, sottolinea, “una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria”.

Favorevole alla regolarizzazione anche  il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico: “I numeri parlano chiaro – ha detto in una intervista a ‘La Stampa’ -: il contributo degli immigrati regolari non è irrilevante per i conti previdenziali”. Tridico ha parlato anche del reddito di emergenza che “durerà due, massimo tre mesi, ed è destinato a coprire fasce di lavoratori esclusi dal reddito di cittadinanza”.

Nonostante l’invito distensivo del premier Giuseppe Conte a Italia Viva per un incontro a Palazzo Chigi, per provare a saldare la maggioranza e invitare però i renziani a uscire dalla dinamica delle “bandierine” nel confronto, Iv rilancia la sfida, ponendo il “problema giustizia” e la “questione di Bonafede” verso il quale già sulla prescrizione aveva minacciato la sfiducia, e rilanciando sulle misure del decreto di maggio.  “E’ chiaro che l’unico obiettivo dei renziani è logorare Conte, ma non si rendono conto che il Paese non capisce chi ora gioca allo sfascio”, dice una fonte Dem. Mentre l’attacco a Bonafede non piace affatto ai pentastellati.

L’altro fronte di frizione è il Dl maggio. Confindustria e Ance hanno detto no alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. E’ quanto emerge al termine del tavolo tra gli imprenditori, presente per Confindustria il direttore generale Marcella Panucci, e il governo. Il ministro Nunzia Catalfo avrebbe spiegato che l’idea è permettere con specifiche intese di rimodulare l’orario di lavoro, per il periodo dell’emergenza Coronavirus, e destinare parte dell’orario a corsi di formazione, a parità di stipendio.

Intanto emergono alcune indiscrezioni sul decreto. Stando alla bozza che circola, il provvedimento prevederebbe che, chi sceglie di ristrutturare casa, migliorando l’efficienza energetica o la resistenza antisismica, potrà usufruire di un superbonus al 110%. Bonus fino a 500 euro per bici e monopattini nelle città. In arrivo anche 200 milioni da destinare ai Comuni più colpiti dall’epidemia che, in questi due mesi hanno subito le misure più restrittive diventando zone rosse. Secondo quanto si apprende queste risorse saranno aggiuntive rispetto a quelle destinate a Comuni e Province per fare fronte ai cali di incassi legati all’emergenza.