Istat: Pil in caduta del 12,8% nel secondo trimestre dell’anno

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Un calo così non si registrava dal 1995. A rivedere al ribasso le stime sull’andamento dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, ossia quando il lockdown – durante la fase più acuta della pandemia – ha fermato il Paese, è l’Istat. Le previsioni dell’Istituto di statistica, corrette per gli effetti di calendario e destagionalizzate, parlano di un prodotto interno lordo in caduta del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% se rapportato al periodo aprile-maggio-giugno del 2019. I calcoli preliminari diffusi a luglio, invece, parlavano di una variazione congiunturale del -12,% e di quella tendenziale del 17,3%.

Si accentua così il carattere eccezionale della pandemia: “La stima completa dei conti economici trimestrali – scrive l’Istat – conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate, con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995”. L’ultimo aggiornamento statistico conferma inoltre la lunga striscia di ‘mancata crescita’ per la nostra economia. L’ultimo segno più – un anemico +0,1% – risale infatti al secondo trimestre del 2019, ed è stato seguito da una crescita congiunturale zero nel trimestre successivo, e quindi da una serie di andamenti negativi, con -0,2% nell’ultimo trimestre del 2019, e quindi -5,5% nei primi tre mesi del 2020 e poi dal -12,8% comunicato oggi.

L’Istat spiega anche che a trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni. In particolare, rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con cali dell’8,7% per i consumi finali nazionali e del 14,9% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, del 20,5% e del 26,4%.

A questo punto, la variazione acquisita del Pil per l’intero 2020 è pari al -14,7%: si intende, con questo dato, la traiettoria che assumerebbe l’economia italiana se nei restanti trimestri dell’anno la variazione congiunturale del Pil fosse a zero.  E’ lecito però – come ha ricordato nel recente passato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – attendersi un rimbalzo con il riavvio dell’attività economica da maggio in avanti. Anche oggi, il titolare delle Finanze è tornato su questo tasto: i dati sulle entrate fanno ben sperare in un “forte rimbalzo” del Pil nel terzo trimestre, il commento affidato a una nota. Secondo i dati del Tesoro, le entrate tributarie al 20 agosto mostrano un rialzo del 9% e per il Ministro “ci consentono di auspicare un forte rimbalzo del Pil nel terzo trimestre, dopo la caduta del secondo trimestre confermata dai dati odierni dell’Istat che apportano alla precedente stima una revisione molto contenuta”.