Licenziamenti, accordo tra governo e sindacati: si utilizzeranno prima gli ammortizzatori sociali

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Una manifestazione sindacale (foto Facebook Cgil Vicenza)

Prima di procedere ai licenziamenti le aziende dovranno impegnarsi a far ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali esistenti. E’ il risultato raggiunto da governo, sindacati – da Cgil, Cisl e Uil a Confindustria – e imprese al termine di un incontro fiume a Palazzo Chigi durato quasi sette ore. L’avviso comune è stato siglato anche dal premier Mario Draghi  e dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. L’accordo prevede anche un tavolo permanente di confronto per monitorare  l’andamento occupazionale in questa fase di ripresa dell’attività post covid-19.

Il blocco dei licenziamenti per legge continuerà solo per il settore tessile e il calzaturiero. Rimane l’impegno ad utilizzare in ogni caso, per tutti, le 13 settimane di cig ordinaria disponibili. L’ufficialità arriverà con il cosiddetto decreto ponte del governo il cui via libera è atteso oggi pomeriggio nel Consiglio dei ministri.

Quella andata in scena ieri a P. Chigi è stata una vera e propria trattativa, alla presenza anche del ministro dell’Economia Daniele Franco. Le posizioni iniziali erano molto distanti, con i sindacati, che avevano evidenziato incongruenze applicative delle norme messe a punto lunedì dalla Cabina di regia, che si dicevamo pronti a mobilitarsi. Alla fine però la soluzione è stata trovata nell’ “avviso comune”: in pratica le aziende associate alle confederazioni firmatarie saranno vincolate ad utilizzare, prima di licenziare, tutti gli strumenti istituzionali e contrattuali, dalla cig ai contratti di solidarietà e di espansione.

Soddisfatte le sigle sindacali. L’accordo sul tema del blocco dei licenziamenti “è un segnale importante”, dicono Cgil, Cisl e Uil. Commenta l’intesa anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “Con l’accordo si rafforza quel dialogo sociale che abbiamo sempre promosso – afferma – e che consente di avere più strumenti per lavoratori e imprese per gestire le crisi”.