Ue: niente procedura di infrazione contro l’Italia

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L’Italia è salva. La Commissione Ue ha accolto le indicazioni degli sherpa e ha deciso di non raccomandare l’apertura della procedura contro il nostro Paese. E’ quanto si apprende da fonti Ue. Una “procedura per debito non più giustificata”, secondo il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, perché il governo italiano ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni”.

 “Avevamo posto tre condizioni – spiega Moscovici da Bruxelles – dovevano compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 punti di Pil e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Grazie all’insieme delle misure adottate dal governo, l’Italia rispetterebbe complessivamente le regole del Patto nel 2019 sullo sforzo strutturale”, ha aggiunto spiegando che il nostro Paese ha definito impegni precisi in vista della prossima Manovra.

Ad ogni modo, chiarisce Moscovici, la decisione di non raccomandare al Consiglio di aprire una procedura per debito nei confronti dell’Italia “non è la fine del percorso. Monitoreremo molto attentamente il documento programmatico di bilancio” dell’Italia per il 2020, che dovrà essere presentato “entro il 15 ottobre”, cosa che sarà “uno degli ultimi compiti” di questa Commissione.

“È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd. L’Italia non la meritava e l’annuncio di oggi rende giustizia all’Italia e a questo governo”, il commento su Facebook del vicepremier e ministro, Luigi Di Maio.

Lo stop alla procedura di infrazione? “Io ne ero certo, bene. Adesso chiederò al governo di accelerare sulla manovra per l’anno prossimo”, “ovviamente con la flat tax che senza dubbio resta in campo”. Così invece l’altro vicepremier della Lega Matteo Salvini, arrivando a Montecitorio per il question time.

La sfida non è finita. A questo punto dobbiamo concentrare gli sforzi per proseguire su questa strada virtuosa che ci consenta di aumentare il nostro potenziale di crescita grazie a una spinta a investimenti, produttività e competitività del nostro sistema- paese”, le parole del ministro dell’Economia, Giovanni Tria.