Allarme per la Campagnolo: annunciato il taglio di quattro dipendenti su dieci

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E’ crisi alla Campagnolo, storica azienda di Vicenza che produce componenti per biciclette: a inizio settimana ha annunciato ai rappresentanti sindacali 120 esuberi su 300 fra impiegati e operai: il 40 per cento.

Lo storico marchio paga la crisi della bicicletta (che tocca anche altri marchi) e per fare fronte alla diminuzione del fatturato, l’azienda (che doveva presentare il piano industriale) nel corso dell’incontro ne ha messo sul tavolo uno incentrato sulla riduzione, drastica, del numero dei lavoratori.

La reazione dei sindacati
L’assemblea dei lavoratori ieri mattina, 27 novembre, ha bocciato il piano di dismissioni presentato dei vertici dello storico marchio. Per operai e impiegati a rischio è la stessa continuità produttiva del sito industriale. Per la Fiom-Cgil “l’azienda deve ritirare questa proposta e intraprendere strade differenti per la salvaguardia del sito produttivo e dei posti di lavoro”.
Ieri si son tenute le assemblee con i lavoratori e le lavoratrici in vista dell’incontro fra le parti di oggi, in cui Fim, Fiom e Rsu chiederanno all’azienda “di fermare la riduzione del personale per avviare un dialogo costruttivo per trovare insieme e, soprattutto, senza sacrificare lavoratori e lavoratrici, altre strade per uscire dalla crisi in atto nel settore”. “L’azienda negli anni – spiega un comunicato della Fiom-Cgil – ha effettuato scelte e gestioni manageriali non competitive che hanno minato i bilanci, per questo la richiesta delle organizzazioni sindacali è, oltre il ritiro dei licenziamenti, quella di presentare un piano industriale che spieghi quali sono i progetti futuri e come intendono tornare ad essere concorrenziali e in attivo”.

La contrazione del fatturato e la crisi del settore
Per i sindacati la mannaia sulla forza lavoro metterebbe a rischio la stessa continuità produttiva del sito di Vicenza. L’ultimo bilancio consolidato del maggio dell’anno scorso segnala una forte contrazione dei ricavi (da 132 a 82 milioni di euro) e una perdita di 15 milioni di euro, in peggioramento rispetto all’anno precedente. Il mercato della bici fa i conti con un’eccedenza di offerta e forti cali della domanda, fenomeno confermato anche dalle difficoltà di altre aziende venete del settore.
“I licenziamenti non possono essere l’unica soluzione proposta per risanare l’azienda, anzi. Da un’analisi del bilancio – dice la Fiom – inoltre, possiamo dire che la situazione non è così disastrosa come ha dichiarato l’azienda sui giornali, e, quindi, non è necessario usare i licenziamenti come strumento per garantire la continuità aziendale ed è possibile salvaguardare l’intera forza lavoro presente. Ci sono molteplici strade da poter intraprendere senza arrivare a questa decisione, in primis aprire una consultazione con Veneto Sviluppo”.

La questione è intanto approdata ieri in Consiglio Comunale a Vicenza, chiamato a intervenire sulla crisi aziendale per quanto possibile. Sulla vicenda è intervenuta anche la consilgiera regionale Chiara Luisetto: “Il tema del lavoro e dello sviluppo industriale è una delle priorità che andrà affrontata da subito, come anche questa crisi aziendale ci mostra. La nuova giunta regionale dovrà mettersi immediatamente all’opera per dare risposte concrete. Basti pensare che da gennaio a settembre in Veneto sono state autorizzate oltre 15 milioni di ore di cassa integrazione, un dato che fotografa una sofferenza profonda del nostro sistema produttivo. È indispensabile che, dal Governo alla Regione, ci sia un focus deciso e coordinato sulle politiche industriali, sulla tutela dell’occupazione e sul sostegno alle imprese; in questo senso, il ruolo di Veneto Sviluppo — anche in situazioni come quella di Campagnolo — può diventare essenziale”.

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