Vicenza prima in Veneto per valore aggiunto pro capite e seconda in Italia per quello industriale

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Si misura in 12.200 euro per ogni abitante del Vicentino il valore aggiunto prodotto dall’industria berica nel 2019. In tutta Italia, solo Modena, con 12.600 euro, è riuscita a fare meglio nel comparto industriale. Vicenza, quindi, mette alle proprie spalle realtà molto consolidate come Reggio Emilia, Parma, Lecco, Brescia, Bergamo, Treviso, Bologna e Mantova.

Questo è quanto emerge dal report Conti Economici Territoriali dell’Istat riferito al 2019, anno in cui il Nord-Est si è dimostrata essere l’area che ha prodotto la maggior crescita di Pil, seppur tenue, pari +0,5%, contro il +0,4% del Nord-Ovest, il +0,3% del Centro e il +0,2% del Mezzogiorno.

A livello regionale, contando la sommatoria di tutti i comparti (agricoltura; industria; costruzioni; commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni; servizi finanziari, immobiliari e professionali; altri servizi), Vicenza si posiziona prima con un valore aggiunto pari a 30.900 mila euro (Milano, prima in Italia, tocca quota 50.000). Segue Verona con 30.800, quindi Padova con 30.700, Treviso con 29.800, Belluno con 29.600, Venezia con 28.600 e Rovigo con 23.400.

In Veneto è l’industria a far registrare il valore aggiunto più alto tra tutti i comparti tanto da valere oltre il 27,4% del totale. In questa speciale classifica, Vicenza fa segnare un +28% di valore aggiunto rispetto alla seconda provincia veneta, Treviso; +38% rispetto a Belluno, +56% rispetto a Padova, +82% rispetto a Verona. Nel Vicentino l’industria pesa per il 39,5% del totale del valore aggiunto. A seguire i servizi finanziari, immobiliari e professionali con il 29,9% e il commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni con 18,1%.

“Questi dati, e in particolare quelli riferiti all’industria – afferma Luciano Vescovi, Presidente di Confindustria Vicenza –, ci indicano chiaramente dove si debba puntare per rilanciare il nostro territorio dopo quest’anno tremendo. Non dimentichiamo che l’Italia è la seconda manifattura d’Europa e componente del G7 e che l’economia, anche quella dei servizi e del commercio, è trainata dal comparto manifatturiero. A Vicenza e in Veneto siamo un’eccellenza a livello mondiale, ma per continuare ad esserlo anche dopo questo 2020 di totale cesura col passato, dobbiamo assolutamente puntare sulla qualità delle nostre produzioni. E per farlo non c’è altro da fare che investire in formazione e ricerca”.