I mulini della Val Liona

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Un tempo nella Val Liona e nel resto dei Colli Berici vi erano diversi mulini mossi dall’energia dell’acqua, mirabili opere dell’ingegno umano le cui ruote esterne e gli ingranaggi erano costruiti completamente in legno. Di questi edifici ne sono sopravvissuti assai pochi e ancor meno sono quelli che si sono conservati com’erano grazie ai restauri successivi.

A Pederiva di Grancona se ne incontrano tre lungo la roggia che solca la valle principale; il primo, il Mulino Dugo Tessari, si raggiunge dal centro abitato attraversando il corso della Liona e proseguendo lungo l’itinerario ciclabile della valle. Il mulino si riconosce per la ruota esterna ancor oggi funzionante. Dalla parte opposta del caseggiato si trova una macina ricavata dalla pietra e l’ingresso del mulino, aperto per eventuali visite guidate su prenotazione. Questo è il mulino meglio conservato ed ancora perfettamente funzionante, all’interno del quale è possibile osservare come un tempo venivano macinati i cereali per la produzione di farina.

Poco più avanti, continuando a costeggiare i versanti collinari, si incontra il Mulino Piombino e, poco distante, il Mulino Lovato. Quest’ultimo è inserito all’interno del complesso del Castello di Spiazzo di Grancona, struttura peculiare che spicca su tutte all’interno della vallata. Di questi mulini non restano che piccole parti delle strutture delle ruote esterne, ma si riconoscono facilmente per la vicinanza alla roggia che un tempo portava l’acqua alle ruote stesse.
Gran parte di questo itinerario si svolge su terreno pianeggiante e strade asfaltate, nonostante ciò si ammirano suggestivi scorci della Val Liona e i suoi centri abitati circondati dal verde dei boschi e dalla campagna. È possibile inoltre percorrere questo itinerario in bicicletta, date le strade poco trafficate.
Nel primo tratto domina sullo sfondo la chiesa di Grancona, posta sui colli soprastanti.

Proseguendo nel costeggiare sulla sinistra idrografica i monti che delimitano la valle si seguono le vie Cavallaro e Cul del Sacco, giungendo al piccolo centro di San Germano dei Berici. Da qui la vista si apre sulla bassa Val Liona, dove essa si apre verso la vasta Pianura Padana.
Si continua verso il camposanto: qui all’altezza di alcune mura crescono delle piante di cappero.
Dopo un ultimo tratto rettilineo si perviene nei pressi del borgo di Campolongo, dove spicca la mole di Villa Dolfin.
Dalla parte opposta della valle si trova Villa del Ferro, che si raggiunge attraverso la strada che taglia trasversalmente la piana. Nel mezzo di essa si scorge il laghetto a pianta rettangolare dove è possibile pescare. Arrivati al paese, si ammira la storica ed elegante Villa Priuli Lazzarini, risalente al Cinquecento.

Si abbandona il centro abitato risalendo a mezza costa lungo i colli, seguendo il sentiero 51 detto del Donatore. Passaggio caratteristico è il luogo ameno dove sorge l’Oratorio di San Lorenzo detto “La Cesola”, dove da un lato si trovano alcuni vigneti mentre dall’alto la vista spazia sulla Val Liona. Una bella strada sterrata attraversa questo paesaggio rurale, regalando uno degli scorci più belli di tutto l’itinerario.
Giunti alla località Colombara si supera un ultimo tratto in salita fino ad un tornante della strada da cui si stacca un sentiero che scende sopra l’abitato di Spiazzo e che termina alle porte di Pederiva.
Il percorso è di circa 14 chilometri e conta di poco dislivello, è quindi alla portata di tutti. Per chi è interessato ad altri mulini nella zona, non molto lontano si trovano quelli della Valle del Calto, lungo l’impluvio a nord di Pozzolo.